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Musei al via il 18 maggio? Non tutti. Schmidt: “Agli Uffizi siamo pronti”

Franceschini ha indicato la data di riapertura (facendo infuriare la Chiesa). Il direttore a Firenze: “Noi apriremo”. La società di mostre Arthemsia: “Impossibile, il tempo giusto per i privati è ottobre”

Musei al via il 18 maggio? Non tutti. Schmidt: “Agli Uffizi siamo pronti”
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28 Aprile 2020 - 13.39


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I musei riapriranno dal 18 maggio? Il ministro dei beni culturali Dario Franceschini ha indicato la data come possibile ritorno a un inizio di normalità per le raccolte d’arte e siti archeologici statali mandando indirettamente su tutte le furie la Chiesa (o meglio, parte di essa, clicca qui per il parere del Papa) di cui si è fatto portavoce il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente dei vescovi europei, quando in un’intervista alla Stampa definisce “i musei aperti e le messe vietate un atto grave contro la Chiesa”. Se il concetto non fosse chiaro, a Domenico Agasso Jr ha commentato: “Con tutto l’apprezzamento per l’arte e gli splendidi musei del nostro Paese, mi pare che l’attenzione al bisogno-diritto di poter nutrire la fede debba essere non solo riconosciuta, ma non ostacolata oltre misura”.

Resta da vedere se le chiese possono essere attrezzate e i riti religiosi adeguarsi.  Frattanto, sono pronti i musei, alla ripartenza? Molti sì, molti altri dovranno organizzarsi e il 18 maggio sarà presto. Soprattutto quei musei che non hanno avuto mai problemi di affollamento ma un costante afflusso dovranno preparare misure di distanziamento per loro inedite, il che richiederà tempo. Le riaperture, con garanzie di misure di sicurezza e ingressi contingentati, avverranno quindi a macchia di leopardo, per usare un’espressione abusata.

Schmidt: “Le Gallerie degli Uffizi sono pronte”
Intanto da Firenze il direttore delle Gallerie degli Uffizi (che comprendono i musei a Palazzo Pitti e il Giardino di Boboli) Eike Schmidt con scatto felino si piazza subito ai blocchi di partenza: “Le Gallerie degli Uffizi sono pronte a ripartire: ovviamente con i tempi e le modalità comunicate e stabilite. Apriremo, ma senza alcun trionfalismo e senza festa, perché l’emergenza epidemiologica non è ancora finita. La crisi va avanti e occorre molta attenzione”, dichiara all’Ansa. “È un bene consentire di nuovo, in un frangente così difficile, l’accesso ai luoghi dell’arte e della bellezza, che tanto conforto possono portare”.

Lo storico dell’arte indica che nel principale museo fiorentino “il limite di compresenza era già di 900 persone, il che significa in media 22 metri quadrati a disposizione di ogni persona”. Schimdt sa bene però che alcune sale erano costantemente piene, quelle con i Botticelli, Leonardo Michelangelo affiancato da Raffaello, e altre frequentate molto meno dai visitatori. Quel numero “verrà ulteriormente ridotto” assicura. E per avere ingressi a scaglioni e prevenire eventuali assembramenti il direttore ipotizza di usare “il nostro algoritmo, sviluppato per abbattere le file con l’Università de L’Aquila, riadattandolo a una funzione di gestione del flusso dei visitatori”.

Iole Siena della società di mostre Arthemisia: “Impossibile ora, il tempo giusto è ottobre”
“L’apertura del 18 maggio può valere solo per alcuni musei pubblici – posto che possano garantire le misure di sicurezza in tempi così rapidi – o per mostre sostenute con fondi pubblici, per cui ci si può appellare al servizio pubblico, o per alcune mostre già aperte prima della crisi, che possono essere prorogate se si prevede la sostenibilità economica. Nessun operatore privato coscienzioso potrà operare in tempi così rapidi”. Lo dichiara in una nota Iole Siena, presidente del Gruppo Arthemisia che allestisce molte su tutto il territorio nazionale e di forte richiamo. E spiega le ragioni per cui il 18 maggio è per improponibile per i privati che organizzano mostre.

Alcuni motivi sono economici. “Il pubblico delle mostre è composto per il 10% dal pubblico scolastico (escluso in questa fase), per il 40% dal pubblico dei gruppi (escluso in questa fase), per il 15% dal pubblico di turisti (escluso in questa fase), per il 15% dal pubblico over 65 anni (escluso in questa fase). Rimane un 20% del cosiddetto “pubblico singolo” che, se anche volesse andare alle mostre, non consentirebbe in alcun modo di coprire le spese”. Ancora: Iole Siena calcola che con le misure di sicurezza potranno entrare “al massimo 120 persone al giorno, con un incasso medio di circa 1.200 euro. Il costo giornaliero medio di una mostra, si aggira intorno ai 6.000 euro. È evidente che sarebbe del tutto antieconomico”.
Non è solo il conto finale a pesare. La responsabile di Arthemisia indica anche motivi sanitari: “Gli spazi espositivi non hanno finestre (né si possono aprire, per la conservazione delle opere), non c’è ricambio di aria. Anche immaginando una sanificazione frequente (che peraltro costituisce un costo in più), qualora in mostra passasse una persona contagiata metterebbe a rischio tutte le altre, perché anche adottando la distanza sociale di uno o due metri, l’aria nelle stanze resterebbe la stessa e i pavimenti non sono facilmente lavabili”.

In sostanza, rileva Iole Siena, “prima si deve affrontare il tavolo dei sostegni alle imprese della cultura, poi si devono mettere a punto le misure di sicurezza avendo il tempo di testarle, e poi si possono annunciare le riaperture in maniera sensata e univoca”. E stima che “il tempo giusto per riaprire” sia ottobre 2020.

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