L’Associazione nazionale degli archeologi e la Federazione delle Consulte universitarie di archeologia chiedono al ministro dei Beni Culturali e del Turismo, Dario Franceschini sicurezza piena contro il contagio da Coronavirus nei cantieri “aperti e in piena attività”. Per i professionisti in questi giorni di emergenza sanitaria quelle condizioni di tutela spesso mancano.
L’Ana guidata da Alessandro Garrisi e la Fcda presieduta da Giuliano Volpe scrivono al Mibact chiedondo misure per “garantire la sicurezza degli archeologi nei cantieri’”. I professionisti dello scavo manifestano infatti “’viva preoccupazione per le condizioni di lavoro sui cantieri italiani tutt’ora aperti e in piena attività, affinché sia possibile prevedere la sospensione dei lavori in caso di disapplicazione delle misure di sicurezza”.
A loro parere le condizioni di lavoro degli archeologi e di lavora negli scavi “’sono spesso incompatibili con l’osservanza delle misure di sicurezza previste ed approvate dai competenti organi del Governo. Le mascherine di sicurezza sono infatti introvabili in tutto il territorio nazionale, quindi tanto i lavoratori autonomi quanto il personale delle ditte non può di fatto essere messo in condizione di lavorare in sicurezza”.
Il problema, affermano, è accentuato nelle città: “’Nei cantieri urbani è ancora più in evidenza la possibile promiscuità con il resto della popolazione, oltre al fatto che risultano attività in esecuzione senza la sorveglianza degli archeologi e con il personale Mibact a casa con forme di lavoro agile. Ad oggi in tutta Italia i cantieri aperti sono decine – affermano l’associazione e la federazione universitaria – e disponiamo di una ricca documentazione fotografica delle violazioni che quotidianamente sono compiute rispetto alle procedure previste dall’emergenza: dal mancato rispetto della distanza di sicurezza nel caso di lavorazioni promiscue all’assenza dei Dpi (i dispositivi di protezione individuale, ndr) indicati dalla normativa, la casistica è ampia’”.
Gli archeologi affermano di avvertire “molto la responsabilità di mantenere aperte le attività del Paese in un momento di crisi drammatica come quello in atto, ma sono sicure che gli organi governativi condividano l’esigenza di mettere al centro dell’azione la sicurezza e la tutela dei lavoratori tutti. Al Mibact è stato chiesto di aprire un suo canale per la segnalazione dei cantieri non a norma, affinché le associazioni di categoria di cui alla Legge 4/2013 possano fornire indicazioni esatte ed utili a consentire interventi atti a sospendere i lavori, almeno fino al ripristino delle condizioni di sicurezza. Va inoltre attentamente valutata anche la richiesta avanzata dall’Ance (l’Associazione nazionale costruttori edili, ndr) di sospendere completamente l’attività di tutti i cantieri su tutto il territorio nazionale, fatte salve le contingenze legate al mantenimento in funzione dei servizi essenziali”.