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Palazzo dei Diamanti a Ferrara, stop di Bonisoli all’ampliamento

Sgarbi ha vinto la battaglia contro una pensilina sul retro. Ma perché il ministro ha incontrato lui e non il sindaco? Lo stop ripropone un dilemma: no a ogni intervento moderno?

Palazzo dei Diamanti a Ferrara, stop di Bonisoli all’ampliamento
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20 Gennaio 2019 - 16.13


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L’ampliamento di Palazzo dei Diamanti a Ferrara è stato bocciato dal ministro per i Beni e attività culturali Alberto Bonisoli. In seguito alla campagna mediatica lanciata da Vittorio ed Elisabetta Sgarbi il progetto dello studio di architetti Labics, vincitore di regolare concorso un anno fa e finora non contestato né bloccato dal ministero, è stato fermato.

Il progetto aveva vinto un concorso un anno fa, bandito dal Comune, per un passaggio esterno sul retro che sostituisse l’attuale pensilina, pensata in origine come provvisoria e giudicata brutta da tutti coloro che la attraversano. L’appello di Sgarbi affinché non si toccasse il monumento ha raggiunto le 32mila firme, molte quelle eccellenti (e molte da ambienti di sinistra, occorre ricordarlo). Ma su change.org un contro appello per sostenere il progetto ha raggiunto in pochi giorni le 7.500 firme. Ma queste non sono state considerate.
L’appello sgarbiano è stato in sostanza accolto dal ministero che doveva dare il benestare finale o rispondere negativamente. Formalmente il ministero non ha risposto all’appello, nei fatti si è pronunciato dopo il gran clamore della battaglia di Sgarbi. D’altro canto, è per questo che si fanno e firmano appelli: perché le istituzioni ascoltino. Contro il progetto si è espressa Italia Nostra.

La polemica Palazzo dei Diamanti a Ferrara, 200 nomi famosi contro il progetto per ampliarlo

La decisione è presa. Il progetto firmato da Labics, che hanno vinto il concorso internazionale bandito dal Comune di Ferrara nel 2017, prevedeva di sistemare pazi che già esistono e un padiglione nuovo, minimale, trasparente, nel giardino dietro il palazzo di fine ‘400, palazzo rimasto incompiuto. Tra gli obiettivi, il sito web del Palazzo dei Diamanti sostiene  che l’ampliamento fa (a questo punto faceva) “recuperare il rapporto del palazzo con il giardino, consentendo di istituire un nuovo e virtuoso dialogo con una delle aree verdi più belle di Ferrara, ma da molto tempo interdette al pubblico”. In altre parole, non toccava le mura dell’edificio.

La decisione del ministero è giusta? Intanto, lo denuncia il sindaco (Pd) Tiziano Tagliani in una lettera aperta, Bonisoli ha incontrato Sgarbi ma non ha voluto incontrare il primo cittadino ferrarese che aveva bandito il concorso insieme alla soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Emilia Romagna. Se così, avrebbe dovuto ascoltare anche le ragioni del primo cittadino, indipendentemente dal suo schieramento politico.  E occorre sapere che Sgarbi è candidato sindaco. Per ora con una sua lista, ma chissà che dopo questo successo personale non venga arruolato dalla destra più destrorsa.
Lo stop ha comunque ha più implicazioni.
La prima conseguenza: in un incontro a Roma riferito da Alessandra Mammì dell’Espresso sul suo blog nel sito del settimanale Sgarbi ha proposto che sia un artista suo amico, Gaetano Pesce, a costruire una passerella in poliuretano espanso colorato in modo che sia chiaro che è un’opera d’arte e non un pezzo di architettura. Ebbene, se il palazzo non può essere toccato, allora non va toccato neppure da Pesce. Anche se è amico di Sgarbi.

Seconda conseguenza: come accade spesso in Italia, vincere un concorso pubblico d’architettura spesso è inutile. A Firenze nel 1998 gli architetti Arata Isozaki e Andrea Maffei vinsero il concorso internazionale per una nuova uscita degli Uffizi progettando una loggia e battendo colleghi come Mario Botta, Norman Foster, Gae Aulenti, Hans Hollein e Vittorio Gregotti. Sgarbi tra altri si pronunciò contro, quell’uscita non è mai stata realizzata e il retro degli Uffizi è da allora un cantiere incompiuto. Basta saperlo.
Giova ricordare che al Louvre, nel 1988, la Francia inaugurava la piramide di vetro e acciaio dell’architetto sino-statunitense Ieoh Ming Pei sopra un grande atrio sotterraneo. Ci furono polemiche e battaglie, oggi è un monumento riconosciuto di Parigi. Non è che gli edifici antichi non si possono sfiorare: di norma no, a volte sì, dipende come. È la storia delle città e dei monumenti a dirlo.

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