Il senso di Antonello da Messina per la psicologia a Palermo | Culture
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Il senso di Antonello da Messina per la psicologia a Palermo

Palazzo Abatellis espone opere “siciliane” del maestro rinascimentale da Messina compresi i suoi ritratti. Poi la rassegna andrà a Milano

Il senso di Antonello da Messina per la psicologia a Palermo
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29 Dicembre 2018 - 15.22


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Chi dimentica, una volta incontrato, lo sguardo astuto e l’espressione irridente dell’ignoto marinaio ritratto da Antonello da Messina nel 1470? Sta di norma al Museo della Fondazione Mandralisca, a Cevalù. O chi dimentica l’assorta dolcezza mediterranea, il perfetto volto ovale e la mano destra appena sollevata sul leggio della Madonna con velo e manto azzurro su fondo nero del 1475-6? Alloggia nel museo regionale siciliano a Palazzo Abatellis, a Palermo.
Per l’appunto: se passate qualche giorno di vacanza nel capoluogo siciliano o andate in Sicilia, fino al 10 Febbraio la Galleria Regionale di Palazzo Abatellis raccoglie con una mostra sul pittore quattrocentesco Antonello da Messina i dipinti nell’isola e con rimandi all’isola siciliana aggiungendo alcuni prestiti, tra cui una Crocifissione dal museo nazionale romeno di Sibiu dove sullo sfondo compaiono il porto messinese e le isole Eolie. La rassegna conclude il 2018 Palermo capitale italiana della cultura e porta la firma, come curatela, di Giovanni Carlo Federico Villa, lo storico dell’arte che alle Scuderie del Quirinale a Roma nel 2006 radunò in una rassegna quasi tutte le opere arrivate a noi dell’artista rinascimentale (1430-1479). Dopo Palermo la mostra andrà a Palazzo Reale a Milano.

Villa: “un intero trattato sull’umana natura”
Sulle donne e gli uomini ritratti scrive tra l’altro Villa: “Li ritrae consegnando allo spettatore un racconto, una storia, un intero trattato sull’umana natura. Ferma l’attimo del respiro, coglie il fremito di un labbro, la certezza di uno sguardo…” Antonellus Messanensis, come recita l’anagrafe, seppe dipingere con un’armonia inedita e in fondo unica l’amore per i dettagli della pittura fiamminga apprendendo perfettamente la tecnica allora nuova della pittura a olio.
Aveva, l’artista, il senso perfetto della prospettiva creato dal Rinascimento toscano (la sua pittura è stata accostata a quella così precisa e matematica di Piero della Francesca), aveva un senso del colore cristallino, aveva la capacità di restituire profondità psicologica alle persone ritratte. La mostra raccoglie quasi la metà della trentina di opere dell’artista compreso un San Giovanni Battista degli Uffizi che, nel 1996, l’allora ministro dei Beni Culturali Antonio Paolucci, già soprintendente a Firenze, riuscì ad acquistare per conto dello Stato affinché lo Stato potesse incamerare un’eredità d’arte dell’antiquario Stefano Bardini.
La rassegna è promossa dalla Regione Siciliana, da MondoMostre e dalla Città di Palermo.

Info: +39 091 623 0033, prenotazioni 02 92897755 e 02 92897793
Per il sito della mostra, clicca qui

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