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"Nature": 49 siti Unesco nel Mediterraneo finiranno sott'acqua

Uno studio pubblicato online dalla rivista dimostra come l'innalzamento del mare allagherà Venezia, Ravenna e gli altri luoghi d'arte

"Nature": 49 siti Unesco nel Mediterraneo finiranno sott'acqua
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redazione Modifica articolo

1 Novembre 2018 - 14.10


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La Basilica di San Marco a Venezia inondata rischia di diventare non soltanto la norma: rischia di diventare una condizione permanente, e neppure la peggiore. Anche i mosaici di Ravenna, per esempio, corrono un pericolo nel giro di pochi decenni. La città romana di Aquileia, in Friuli Venezia Giulia rischia a breve. Ma sono solo le situazioni più eclatanti. Perché ben poco potrà salvarsi, se non interveniamo prima.
La rivista Nature, sul sito web, ha pubblicato e reso disponibile il 16 ottobre scorso un rapporto allarmante sui siti Unesco a rischio di allagamento ed erosione provocati dall’innalzamento del livello delle acque marine.

È uno studio scientifico, con mappa, citazioni, riferimenti e grafici, in cui gli autori Lena Reimann, Athanasios T. Vafeidis, Sally Brown, Jochen Hinkel e Richard S. J. Tol hanno incrociato dati e dimostrano che dei 49 siti Unesco patrimonio mondiale dell’umanità che si trovano nelle fasce costiere più basse del Mediterraneo, già oggi ben 37 rischiano di finire alluvionati in cento anni e 42 rischiano per l’erosione della costa. Fino al 2100, scrivono gli studiosi, il rischio di allagamento nell’area mediterranea può crescere del 50% e quello dell’erosione del 13%, con possibili e significativi incrementi in singoli siti. I risultati della ricerca, ricordano gli studiosi, forniscono dati e informazioni di prim’ordine soprattutto al potere politico per individuare strategie adeguate per salvare ogni sito. Ogni luogo di pregio, ricordano i ricercatori, è protetto dalla Convenzione del World Heritage, tuttavia ne sono responsabili i singoli Stati il che include l’adattamento ai cambiamenti climatici.
Il link all’articolo (in inglese)
Vi rimandiamo al link all’articolo, reso disponibile da Nature, perché comprende una mappa che visualizza con chiarezza il grado di pericolo delle varie zone e dei siti. Se controllate la mappa (cliccate qui), il blu indica l’innalzamento dell’acqua più basso, il rosso quello superiore ai 2,2 metri. L’intera costa adriatica, nel lato italiano e in quello slavo, non la scampa. Dopo Venezia, Ravenna, l’Adriatico settentrionale fino a Porec, il Golfo di Gabes in Tunisia, il Golfo di Corinto in Grecia, alla lunga (ma neanche tanto alla lunga) finiranno sott’acqua la Rodi medioevale, la Napoli a livello del mare, Pompei, Ercolano e Torre Annunziata, le Cinque Terre. Ma lo scenario è più ampio.

Vi abbiamo fatto una sintesi estrema. In realtà qui c’è materia su cui riflettere e di conseguenza intervenire con vasti progetti a lunga scadenza. Solo il potere politico può progettarli. Certo, politici come Trump (e chi condivide le sue idee) negano questa realtà. Sono negazionisti del pericolo che tutti corriamo. D’altronde è vero: le generazioni future non li voteranno quindi il futuro, a loro, non interessa.

 

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