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Terremoto, Bonisoli elogia il ministero ma "dimentica" Franceschini

Il neoministro dei Beni culturali a Visso, Norcia e Spoleto riconosce il lavoro fatto finora. Dal ministero guidato dal politico del Pd dunque

Terremoto, Bonisoli elogia il ministero ma "dimentica" Franceschini
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26 Giugno 2018 - 18.58


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Come il nuovo ministro dei Beni culturali Alberto Bonisoli potrà andare d’accordo con il capo di governo dietro le quinte (e sapete di quale ministro parliamo) al di là delle formule di rito resta al momento un’incognita. Mentre il leghista spara giudizi ad alzo zero, Bonisoli, 5 Stelle, al suo primo tour nelle zone terremotate del Centro Italia (Visso, Norcia e il deposito di opere d’arte terremotate a Spoleto) di fatto ha elogiato il ministero guidato dal predecessore Dario Franceschini, del Pd, senza nominarlo. Come riferisce l’Ansa, ai giornalisti ha dichiarato che “bisogna riconoscere quello che è stato fatto finora, un’importante opera di messa in sicurezza e ricostruzione, ma occorre prepararsi al nuovo. Occorre adoperarsi per far vedere agli italiani come sono questi territori e di cosa hanno bisogno”. Se non sono saltate parole, come pare che sia, Bonisoli non ha però citato per nome chi lo ha preceduto. E ha annunciato che la fase di emergenza finisce il 24 agosto, a due anni dalla scossa che distrusse Amatrice mentre in Marche e Umbria la terra inferse i colpi più duri a ottobre 2016.

La nota stampa è ancora più esplicita nel dare meriti alla gestione passata (che pure ha ricevuto critiche), senza nominare però Franceschini: “Grazie alla preziosa opera di tecnici e restauratori del Mibact, dei Vigili del fuoco, dei carabinieri per la tutela del patrimonio culturale, del personale e dei volontari di protezione civile, è stato possibile recuperare e mettere in sicurezza oltre 22.000 opere d’arte e reperti archeologici, 15.000 volumi di beni librari, 5.300 metri lineari di beni archivistici e 1.700 edifici tra chiese, monasteri, monumenti e palazzi storici. Oggi ho potuto constatare di persona l’ingente lavoro svolto, fondamentale e necessario per procedere al recupero di questo patrimonio e alla restituzione alle comunità di appartenenza delle opere custodite nei depositi temporanei. Il prossimo 24 agosto cesserà la gestione emergenziale delle unità di crisi e tutte le attività riguardanti il patrimonio culturale torneranno in capo alle strutture ordinarie del Mibact per garantire la massima efficacia della ricostruzione”.

Come ricorda l’ufficio stampa, “il primo Piano stralcio dei beni culturali, pubblicato nell’ordinanza n. 38 dell’8 settembre 2017 del commissario per la ricostruzione, Paola De Micheli (Pd) finanzia 104 interventi – 18 nel Lazio, 54 nelle Marche, 16 in Abruzzo e 16 nell’Umbria – per un importo complessivo di 170,6 milioni di euro e riguarda cattedrali, concattedrali e santuari, oltre a interventi su complessi di particolare significato culturale per il territorio di riferimento come il Complesso don Minozzi a Amatrice, il Castello Pallotta a Caldarola, la Cattedrale di Santa Maria Assunta a Teramo e la Chiesa di San Benedetto a Norcia”.

Un altro milione di euro va al restauro di opere d’arte danneggiate, recuperate e messe al riparo nei depositi in Umbria, Marche, Lazio e Abruzzo. “Queste risorse provengono da donazioni ricevute attraverso lo strumento dell’Artbonus a cui si è aggiunto un cofinanziamento del Mibact”, ricorda la nota. E anche l’Artbonus è opera di Franceschini.

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