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L’arte è fragile, ma non è una piuma al vento

Dalla tomba egizia al ‘900 passando per capolavori di Tiziano e Morandi, “Restituzioni 2018” presenta a Torino 200 opere salvate negli ultimi due anni

L’arte è fragile, ma non è una piuma al vento
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2 Aprile 2018 - 17.05


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Dalle decorazioni della Tomba di Henib, dal Museo Egizio di Torino, ai dipinti di pieno ‘900 di Giorgio Morandi, Alberto Burri e Cy Twombly passando per reperti archeologici come la Testa di Basilea dall’Archeologico di Reggio Calabria, per dipinti come San Girolamo penitente di Tiziano, dalla Pinacoteca di Brera, il Mantello Tupinamba, fatto di piume, penne e fibre di ananas, arrivato tra XVI e XVII secolo in Italia dal Brasile, della Pinacoteca Ambrosiana. Sono alcune delle “Restituzioni 2018”, l’annuale mostra a Torino di opere restaurate negli ultimi due anni riunite con il sottotitolo “La fragilità della bellezza. Tiziano, Van Dyck, Twombly e altri 200 capolavori restaurati”.

La rassegna, alla 18esima edizione, si tiene alla Reggia di Venaria e mostra il programma di Intesa Sanpaolo sul patrimonio artistico . I pezzi vengono da 17 regioni italiane (per la prima volta anche da Sardegna, Basilicata, Umbria, Friuli, Molise, più una presenza estera, da Dresda). “Restituzioni” è un programma nato nel 1989 ed è curato da Carlo Bertelli e Giorgio Bonsanti.

www.restituzioni.com

 

 

 

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