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”Quello che resta”, il documentario di Gemitaiz e Mace in Mozambico: il ricavato andrà in beneficenza

Ripreso tutto il viaggio del gennaio 2020 che racconta la genesi di alcuni brani tra il produttore e il rapper romano. Il regista è Manuel Marini e il ricavato andrà a un’organizzazione umanitaria

”Quello che resta”, il documentario di Gemitaiz e Mace in Mozambico: il ricavato andrà in beneficenza
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1 Luglio 2021 - 21.43


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di Antonio Mazzolli

 

Un viaggio partito da lontano, in quel gennaio 2020 che rappresenta uno degli ultimi periodi felici prima della pandemia.

“Quello che resta” è un viaggio in Mozambico che doveva essere semplicemente un’occasione per vedere un paese nuovo, ma che è diventato luogo di scrittura e creazione musicale.

I tre protagonisti sono Gemitaiz, rinomato rapper romano, Mace, famoso producer uscito quest’anno con il suo album “Obe” e Manuel Marini, regista di cortometraggi e videoclip musicali.

I tre sono amici e oltre a vedere le bellezze di un paese nuovo come quello africano, hanno avuto l’occasione di comporre nuova musica, come dimostra l’uscita di Bianco/Gospel  quasi un anno fa. 
Gemitaiz e Mace hanno poi collaborato nell’album dello stesso producer con il singolo “Candyman”.

Il filmato del viaggio, oltre a mostrare la genesi di questo brano, ha uno scopo nobile: il documentario potrà infatti essere noleggiato a 4,90 € sulla piattaforma Vimeo e  i proventi saranno destinati a Coopi, organizzazione umanitaria che da oltre 50 anni opera in quasi 70 paesi diversi per contribuire al processo di lotta alla povertà e di crescita delle comunità, intervenendo in situazioni d’emergenza e di ricostruzione per ottenere un miglior equilibrio tra aree sviluppate e aree depresse o in via di sviluppo.

All’inizio Gemitaiz, Mace e Marini avevano in programma di starci solo tre giorni, ma si sono fermati per otto notti.

Il documentario è una perla che racchiude diversi formati che spiccano nella modernità di oggi, come quelli dei social network.

I due brani, poi uniti, sono stati creati anche con l’intervento dei musicisti locali, oltre a un coro gospel scoperto per caso dal produttore. La creazione dei brani riguarda la prima parte del documentario, mentre la seconda quella con le immagini più suggestive, è sulla costa, in posti come Jangamo e Vilanculos, con vista sull’Oceano indiano. Tramonti suggestivi che hanno ancor di più stimolato la creatività.

Un’occasione per i fan di passare quasi un’ora con backstage interessanti e vedere il processo di produzione di alcuni pezzi con sensazioni e sentori di una realtà diversa.

Oltre a questo, una possibilità di poter dare un futuro a persone meno fortunate avendo la possibilità di poter vedere un materiale di ottima qualità.

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