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ChatGPT: Tecnologia, strumento e controparte relazionale

Un convegno all'Università di Siena per discutere sulle implicazioni e la didattica tra etica e innovazioni nel campo delle intelligenze artificali e in relazione allo sviluppo di ChatGPT. Ad aprire il discorso il rettore dell'ateneo, Roberto Di Pietra.

ChatGPT: Tecnologia, strumento e controparte relazionale
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12 Maggio 2023 - 21.28


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di Ludovico Conti

Il cambiamento tecnologico dell’Intelligenza Artificiale (IA) è percepito come un mutamento profondamente diverso dagli altri tecnologici del passato, dal carattere sicuramente molto più pervasivo. Come nelle precedenti rivoluzioni industriali, anche i lavori intellettuali saranno piani piano sostituiti dalle IA, con una conseguente diminuzione di posti di lavoro ma un aumento delle competenze scientifiche e dell’Information Technology. Data la complessità del processo è necessario sicuramente un “progetto di governance” umano per evitare il cattivo uso di tali tecnologie e per mitigare i rischi che esse comportano.

È in estrema sintesi quello che è emerso dal convegno ChatGPT e modelli di intelligenza artificiale generativa nell’Università. Le implicazioni per la ricerca e la didattica tra etica e innovazione”, che si è svolto nei giorni scorsi nell’ateneo senese.All’incontro hanno partecipato tanti diversi ospiti e una pluralità di voci che ha evidenziato come il modello scelto per confrontarsi sia stato quello dell’interdisciplinarità.

Il rettore dell’Università di Siena, Roberto Di Pietra ha osservato come si stia vivendo una fase nuova, incentrata sullo sviluppo tecnologico soprattutto legato all’AI. Le persone, a differenza del passato, sembrano avere una percezione viva di questi mutamenti e per questo l’università deve sapersi posizionare tra gli “apocalittici” e gli ” Integrati”, stare cioè tra coloro che provano a ragionare per capire e intervenire sui processi. Il rettore dell’Università di Bari e delegato CRUI Francesco Cupertino ha ricordato che le rivoluzioni industriali – in passato – hanno cancellato dei lavori creandone di nuovi e che il ruolo degli atenei e dei centri di ricerca deve essere quello di stare al passo con il mondo che cambia, favorendo una formazione continua e aggiornata al mondo del lavoro.

Già dai saluti dei due rettori si è capito che si sarebbe entrati nel merito del tema proposto dal convegno, tenutosi attraverso un dialogo a due voci tra professori di dipartimenti differenti, in modo tale da toccare vari argomenti interdisciplinarmente e approfondendo il rapporto tra intelligenza artificiale con medicina e sanità, Sistemi informativi e legali, Etica e Robotica, la ricerca accademica, la creatività e didattica e l’archeologia e scienza.

All’inizio della seduta sono stati presentati i risultati di un questionario che il rettore senese aveva inviato ai docenti dell’ateneo riguardo al rapporto con l’intelligenza artificiale. Inoltre, durante i dialoghi a due voci le varie coppie di relatori avevano preparato una domanda ciascuno inerente i loro argomenti a cui le persone potevano rispondere in modo interattivo grazie alla piattaforma Slido. 

La locandina informativa dell’evento

E gli spunti sono stati davvero tanti. Le parole chiave sono state: Governance, Didattica, Tecnologia e Dialogo. Il professor Domenico Pratichizzo (DIISM) ha chiesto, ad esempio, che a fianco delle intelligenze artificiali si sviluppino anche sistemi di controllo su di esse: Tecnologie di sicurezza: essere sicuro che quando uso una macchina con l’università di Siena posso sentirmi sicuro. Ho bisogno di garanzie di sicurezza per fidarmi.” Aggiungendo: “Gli stati sovrani dovrebbero sviluppare una IA e metterla a disposizione come un servizio per vivere e lavorare. Per far questo occorrono anche investimenti governativi e nazionali per sviluppare nostra AI. Ci sarebbe più pluralità, i costi sarebbero più bassi, lo Stato non dipenderebbe dal privato.. È un problema fortemente politico e dalle dimensioni globali.

Sempre sul rapporto tra funzioni della politica e innovazione tecnologica  il professor Mattia Guidi (DISPOC) ha ricordato come la legislazione UE, nel tentativo di regolamentare la materia, si sia dovuta poi fermare perché era già rimasta indietro rispetto il progresso tecnologico. “Piu che alla regolamentazione del contenuto- ha aggiunto- L’Unione Europea  può intervenire in un campo specifico che  è quello della  tutela della concorrenza, evitando così che vi siano attori assumano una posizione dominante in questo campo”.

Il dibattito ha toccato anche i temi della didattica, della ricerca e di come utilizzare l’Intelligenza Artificiale nell’Università.  Ad indicare possibili campi di applicazione è stata Simona Micali (DFCLAM: usarla per vedere le differenze tra un testo letterario come una poesia e quello che genera la IA (che creativamente sta ancora indietro); confrontarle e notare quali sono gli elementi che danno il valore aggiunto ad un testo creativo umano rispetto allo stesso generato da una IA sullo stesso tema. Capire – quindi – la specificità della grande letteratura ma anche testare la scrittura.” Anche Guidi ha immaginato scenari interessanti per applicarla alla didattica: “Far produrre una risposta dell’esame a ChatGPT e far fare una critica della risposta allo studente. Banalità, imprecisioni, omissioni: instillare negli studenti una visione critica, non prendere come qualcosa di cui abbeverarsi: smascherare e prendere il meglio senza lasciarsi abbindolare molto facilmente.”

Tutti gli oratori si sono così ritrovati concordi nel fatto che ChatGPT può essere utilizzato come interfaccia di aiuto soprattutto per i compiti ripetitivi, come un supporto nel catalogare, un mezzo che ha potenzialità come sostenuto dal professor Michelangelo Vasta (DEPS) o che diventerà utile ed utilizzata come lo sono oggi i motori di ricerca, come sostenuto da Marco Maggini (DIISM).

Ad affrontare, invece, lo spinoso problema dell’etica è stato Oronzo Parlangeli (DISPOC): “Intelligenza ed etica non vanno tanto d’accordo, non c’è teoria etica che considera l’intelligenza etica come una virtù. I personaggi più intelligenti in letteratura sono considerati i cattivi, le virtù sono altre come la bontà e l’umiltà. Dove si uniscono intelligenza ed etica? Ancora non c’è stata possibilità di inserire intelligenza all’interno di sistemi etici. Per ChatGPT ci preoccupiamo come uno strumento che deve stare a regole. Forse è una controparte relazionale, una parte della nostra intelligenza, riflessione etica non deve riguardare solo utilizzo ma anche come noi ci poniamo”. Anche il professor Alessandro Rossi pone l’attenzione su aspetti simili: le Intelligenze artificiali generative sono strumenti elaborati dall’uomo e quindi possono essere soggette a cattivi utilizzi; si potrebbero modificare i domini cognitivi, parlando pure di cambiamenti ecologici ed ontologici dell’uomo ed anche per questo serve un progetto di governance globale. 

Dopo i dialoghi a due voci, c’è stato il dibattito generale, dove sono stati affrontati altri temi interessanti.

L’università è di fronte ad una sfida importante: stare al passo dei tempi che vanno sempre più veloci. Come ha osservato in maniera specifica il professor Parlangeli, per tanti anni l’università si è concentrata sull’iperproduttività con la richiesta costante di produzioni mettendo a serio rischio la qualità della produzioni stesse, è l’ora di riconcentrarsi sulla qualità e questo riguarda sia gli studenti tanto quanto il mondo accademico. Tutti hanno poi tenuto a sottolineare che occorre tornare al dialogo con i propri studenti, tornare ad ascoltarli. Capire quali sono le esigenze che cambiano, vista le nuove tecnologie tornare ad ascoltarli per una maggiore verifica dei contenuti, sollecitarli e sollecitare lo spirito critico. E la grandezza degli atenei giocherà un ruolo: il rapporto con lo studente rimette gli atenei medi in posizione strategica per gestire i nuovi strumenti.

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