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Muore Gino Strada, il volto dell'altruismo

Ci lascia a 73 anni il fondatore di Emergency che ha assistito gratuitamente più di sei milioni di pazienti in tutto il mondo. Già 20 anni fa definì “un disastro” la guerra in Afghanistan

Muore Gino Strada, il volto dell'altruismo
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13 Agosto 2021 - 17.23


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È morto Gino Strada. La notizia è arrivata improvvisa e violenta nel mezzo di una giornata caldissima di mezza estate. Non si conoscono ancora le cause ufficiali della morte a 73 anni del fondatore di Emergency che da tempo soffriva di problemi al cuore. 

Nato a Sesto San Giovanni, comune operaio della cintura milanese, cresciuto in ambiente cattolico fu attratto dalla corrente comunista universitaria divenendo attivista del Movimento Studentesco proprio negli anni della contestazione. Dopo la laurea in Medicina e Chirurgia all’Università Statale di Milano fece esperienza nel campo dei trapianti, iniziando dall’Ospedale di Rho. Dopo il 1988 orientò la sua professione medica verso le vittime di guerra specializzandosi in chirurgia cardiopolmonare negli Stati Uniti. 

Nel 1989 iniziò la sua esperienza sul campo con il Comitato Internazionale della Croce Rossa che si sviluppò fino al 1994 tra Pakistan, Etiopia, Perù, Afghanistan, Somalia e Bosnia ed Erzegovina. Questa sua attività lo motivò a fondare l’ong Emergency insieme ad alcuni colleghi, un’associazione umanitaria internazionale per la riabilitazione delle vittime della guerra e delle mine antiuomo. 

Dal 1994 e fino al 2013 Emergency ha assistito gratuitamente più di sei milioni di pazienti in 16 Paesi in tutto il mondo. Ecco come l’attuale Presidente dell’Associazione Rossella Miccio ha manifestato il proprio cordoglio per la scomparsa del chirurgo: “Nessuno se l’aspettava, siamo frastornati e addolorati. Una perdita enorme, ci mancherà tantissimo. Ha fatto di tutto per rendere il mondo migliore”.

Gino Strada lascia la figlia, Cecilia, avuta dalla moglie Teresa Sarti, filantropa, cofondatrice e prima Presidente di Emercency morta nel 2009 e l’attuale moglie Simonetta Gola, giornalista pubblicista responsabile della Comunicazione e delle Campagne di raccolta fondi nazionali di Emergency, sposata solo qualche mese fa.

L’Afghanistan è stato uno dei luoghi dove Strada ha vissuto molto e proprio oggi La Stampa pubblica un suo commento sull’avanzata dei talebani che sta mettendo in crisi il Paese e un popolo intero, causando migliaia di sfollati, mentre proprio in queste ore strutture e staff di Emergency stanno continuando a dare il loro contributo nel salvare vite umane.

“Ho vissuto in Afghanistan complessivamente 7 anni – ha scritto fra l’altro Strada su La Stampa – ho visto aumentare il numero dei feriti e la violenza, mentre il Paese veniva progressivamente divorato dall’insicurezza e dalla corruzione. Dicevamo 20 anni fa che questa guerra sarebbe stata un disastro per tutti. Oggi l’esito di quell’aggressione è sotto i nostri occhi: un fallimento da ogni punto di vista. Oltre alle 241 mila vittime e ai 5 milioni di sfollati, tra interni e richiedenti asilo, l’Afghanistan oggi è un Paese che sta per precipitare di nuovo in una guerra civile, i talebani sono più forti di prima, le truppe internazionali sono state sconfitte e la loro presenza e autorevolezza nell’area è ancora più debole che nel 2001. E soprattutto è un Paese distrutto, da cui chi può cerca di scappare anche se sa che dovrà patire l’inferno per arrivare in Europa. E proprio in questi giorni alcuni Paesi europei contestano la decisione della Commissione europea di mettere uno stop ai rimpatri dei profughi afgani in un Paese in fiamme“.

Ci pare significativo, fra l’altro, riportare anche la posizione di Strada sui vaccini anticoronavirus e i brevetti delle case farmaceutiche. “Sospendendo i brevetti molte aziende in possesso del know-how e delle tecnologie potrebbero invece produrre i vaccini aumentando rapidamente la disponibilità delle dosi“ – diceva Strada, aggiungendo – “…le case farmaceutiche proprietarie dei brevetti oggi non sono in grado di produrre vaccini per tutti. L’unica soluzione è aprire alla possibilità che altri possano produrli, ma questo significa di fatto rinunciare ai brevetti”. A Il Fatto Quotidiano il fondatore di Emergency citava l’esempio dell’Hiv, ricordando come prima della liberalizzazione dei brevetti si producessero pochi farmaci retrovirali e a prezzi altissimi provocando una quantità di morti impressionante mentre solo con la liberalizzazione dei farmaci i prezzi si sono abbassati. Così Strada concludeva: ”lo stesso vale per il covid. Se i vaccini non verranno liberalizzati temo che ci saranno ancora tantissimi morti”.

a cura di M.Cec.

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