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Vincenzo Nibali, lo “squalo” gentile del ciclismo

Il siciliano dal cuore infinito cresciuto nel cuore della Toscana è ancora in piena attività ed è l’ultimo grande campione del ciclismo italiano che attende con fiducia un suo degno erede

Vincenzo Nibali, lo “squalo” gentile del ciclismo
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29 Maggio 2021 - 16.48


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Domani si conclude il Giro d’Italia e Vincenzo Nibali, nonostante gli incidenti che lo hanno visto protagonista prima e durante, lo sta portando a termine con quella determinazione e capacità di sofferenza che solo i veri campioni sanno offrire a chi ama questo sport. Per questo, e non solo, vogliamo dedicargli un ritratto.  

di Marcello Cecconi

“Non fermatevi alla prima sconfitta, se avete un sogno seguitelo. Non pensate alla fatica. Quella è ovvio che ci sia. Dovete concentrarvi su quello che state facendo, non su quanto è difficile realizzarlo. La caduta alle Olimpiadi mi ha fatto girare le scatole, ma ora sono qui, non mi sono fermato. L’importante è rialzarsi e tornare più forti di prima”. Così parlò Vincenzo Nibali agli scolari di Agrate Brianza, prima della partecipazione alla Tre Valli Varesine del 2016, appena ristabilito dal grave infortunio delle Olimpiadi di Rio de Janeiro. Cadere e rialzarsi, parole che ci riportano all’ultimo campione italiano ad aver vinto il Tour prima di Nibali, Marco Pantani. Personaggi sicuramente diversi ma con un cuore infinito e quel filo rosso che li unisce in quello che resta della grandezza del ciclismo italiano.

Vincenzo Nibali lasciò la Sicilia da giovanissimo, dov’è nato nel 1984, per il cuore della Toscana. Qui l’ha ospitato la Valdinievole, terra di tradizione ciclistica e precisamente Mastromarco, piccola frazione di Lamporecchio (Pistoia) famosa soprattutto per i brigidini. “Adottato” da Carlo Franceschi, storico direttore sportivo (adesso presidente) del G.S. Montemarco, si è fatto le ossa come uomo nella sana periferia e come atleta sulla salita del San Baronto, quella su cui, come titolò lo Sport Illustrato, “una volta Bartali staccò la sua ombra”. Scalatore, passista, discesista e corridore di corse a tappe, restò nel Mastromarco fino al 2005 quando passò professionista. 

Nonostante importanti affermazioni e i piazzamenti nelle tre corse più importanti del circuito World Tour, per essere consacrato a livello internazionale, bisognerà attendere il 2010. Dopo un terzo posto al Giro, lo “Squalo dello Stretto” come ormai veniva chiamato il ragazzo siciliano, si affermò alla Vuelta, la corsa spagnola con la maglia rossa.

Vincenzo Nibali vince il Giro d’Italia 2013

Per vincere il Giro, dopo il secondo posto del 2011, Nibali ha dovuto aspettare il 2013 quando si è assicurato il primo posto nell’ultima tappa di montagna, con quelle finali di pura formalità. L’anno dopo il punto più alto del suo successo. Una vittoria storica al Tour de France con 19 tappe su 21 in maglia gialla e un distacco di oltre sette minuti a Parigi nei confronti di Péraud. Con questa vittoria entrava nella storia della ristretta cerchia di coloro che avevano fatto il triplete delle più grandi competizioni ciclistiche proprio come, unico fra gli italiani, Felice Gimondi.

Come se non bastasse, Nibali, otterrà anche una nuova vittoria al cardiopalma nel Giro 2016 combattuto fino all’ultima tappa. Vittoria resa unica dopo che Nibali era naufragato al quarto posto e in crisi dopo l’umiliazione nella cronoscalata sulle Dolomiti. Molti a dire che lo squalo aveva vinto le corse a tappe solo perché non c’erano avversari o perché erano caduti. Sì, è vero, anche stavolta una caduta eliminava la maglia rosa Kruijswijk ma il giovane scalatore colombiano Chavez e lo stagionato e vincente Valverde erano ostacoli di livello.  Con le due giornate sui colli oltre quota duemila tra Francia e Italia, con quelle salite estenuanti anche se non ripidissime, Nibali fu capace di accelerate mozzafiato. Sfilò la maglia al giovane Chavez alla penultima tappa e se la tenne stretta fino a Torino riconciliando tanta gente con il ciclismo.

Due podi alla Vuelta e al Giro nella stagione successiva e, dopo la vittoria alla Milano – Sanremo, nel 2108 si presentò fra i favoriti al Tour ma ancora un imprevisto lo attendeva. Poco prima dell’arrivo, nella tappa dell’Alpe d’Huez, una cinghia della macchina fotografica di uno spettatore in cerca di primi piani gli si allacciò al manubrio facendolo cadere. Risalirà in bici e giungerà all’arrivo con pochi secondi di distacco ma la diagnosi di una frattura alla vertebra lo costrinse al ritiro. Tornerà in sella già nella stagione stessa tanto che, al Giro 2019, sarà ancora fra i favoriti lottando fino in fondo ma dovrà accontentarsi della piazza d’onore. Poi la stagione del Covid e la rivoluzione della programmazione delle gare. Il Giro d’Italia nell’ottobre scorso non lo ha visto comprimario e le sue rinnovate speranze per il Giro di quest’anno, il suo decimo, compromesse ancora una volta dalla rottura del polso proprio pochi giorni prima della partenza.

La caduta di Vincenzo Nibali al Tour 2018 

A 36 anni suonati cade e si rialza ancora una volta dimostrando la sua grande volontà. Ma chi sarà quel giovane ciclista degno di unirsi al filo rosso del grande ciclismo dopo di lui?

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