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Nei denti i segreti dell'Uomo di Altamura, il più antico dei Neanderthal

Una ricerca in cooperazione fra le Università di Firenze, di Pisa e Sapienza di Roma, concentrata sull'apparato masticatorio, ha rivelato presunta età e malattie di quest'uomo del Paleolitico

Nei denti i segreti dell'Uomo di Altamura, il più antico dei Neanderthal
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5 Dicembre 2020 - 15.35


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a cura di M. Cec.

Adesso sappiamo qualcosa in più dell’uomo di Altamura. Uno studio da poco pubblicato ha potuto stabilire che questo uomo del Paleolitico era in età adulta ma non ancora anziano e che presentava qualche problema di salute.

A questa conclusione è arrivato lo studio da poco uscito su Plos One e che si è concentrato sulla specificità dei denti e dell’apparato di masticazione, mascella e mandibola. È stato condotto insieme dalle università di Firenze, la Sapienza di Roma e quella di Pisa. I responsabili delle diverse unità operative, che hanno operato in condizioni molto difficili, sono stati Jacopo Moggi Cecchi, antropologo dell’ateneo fiorentino, Damiano Marchi per l’Università di Pisa e Giorgio Manzi della Sapienza di Roma che è anche il coordinatore del progetto complessivo del Mur.
Lo scheletro dell’antico Neanderthal è stato scoperto nel 1993 all’interno della Grotta di Lamalunga, a 3 km da Altamura, e da allora è ancora imprigionato nella roccia, a diversi metri di profondità. Il gruppo di ricerca si è calato nella grotta e così racconta Jacopo Moggi Cecchi: “Grazie all’ausilio di sonde videoscopiche ad alta risoluzione, che dobbiamo alla collaborazione della Olympus Europa, siamo riusciti a osservare le caratteristiche della dentatura e delle ossa mascellari, ottenendo nuove informazioni sull’età e lo stato di salute e confermando la presenza di caratteri tipici dei Neanderthal”.
Poi Damiano Marchi, responsabile del gruppo di ricerca dell’Università di Pisa di cui fa parte anche il professor Giovanni Boschian, spiega: “Abbiamo anche effettuato una radiografia dei denti anteriori, utilizzando per la prima volta a questo scopo un apparecchio a raggi X portatile KaVo Nomad Pro 2. In questo modo abbiamo così individuato una lesione nell’osso, alla base di un incisivo, che potrebbe essere dovuta a un forte stress non riconducibile all’alimentazione”.
Insomma tutto sembra indicare uno stile di vita di quest’uomo del Paleolitico medio già molto complesso: “La presenza del terzo molare, il ‘dente del giudizio’, e il grado di usura masticatoria indicano un individuo adulto, piuttosto avanti negli anni ma non anziano. L’uomo doveva aver avuto qualche problema di salute; è stata infatti osservata la perdita di due denti prima della morte: uno lo aveva perso da diversi anni, l’altro in tempi successivi –  aggiunge Giorgio Manzi – È una delle rare volte nelle quali si osservano queste circostanze in un Neanderthal, visto che nella preistoria antica l’incidenza di problemi dentari era molto bassa”.
Il primato dell’uomo di Altamura è il suo essere stato il più antico Neanderthal su cui sia stato possibile eseguire analisi paleogenetiche, la lettura del Dna racchiuso nelle nostre cellule. Le informazioni genetiche ottenute hanno permesso di comprendere aspetti della comparsa e diffusione dei Neanderthal e i rapporti con diverse specie e popolazioni. Trattasi probabilmente di un maschio di 160-165 centimetri di altezza che cadde in uno dei tanti pozzi carsici della zona durante una battuta di caccia e le gravi ferite riportate gli impedirono l’uscita da questo pozzo a otto metri di profondità che si trasformò nella sua perenne tomba. Il trascorrere del tempo fece sì che le sue ossa venissero inglobate nelle concrezioni calcaree fino al 1993, quando lo straordinario reperto archeologico fu individuato dal CARS – Centro altamurano ricerche speleologiche.
 
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