Ecco dove migranti e italiani si incontrano: all'Ecomuseo Casilino | Culture
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Ecco dove migranti e italiani si incontrano: all'Ecomuseo Casilino

L'Ue ha premiato il progetto "Co.Heritage" inserendolo nell'Anno europeo del patrimonio culturale. Coinvolge più quartieri romani

Ecco dove migranti e italiani si incontrano: all'Ecomuseo Casilino
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23 Febbraio 2018 - 11.50


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Un ecomuseo è un luogo, un’istituzione diversa dalle altre, che rappresenta un territorio, i suoi abitanti, le loro vite, le culture, la storia e il presente per guardare anche al domani. A Roma è ben attivo l’Ecomuseo Casilino Ad Duas Lauros che opera per “valorizzare il patrimonio culturale delle comunità italiane e migranti nel territorio della periferia est” della città. In una zona che non è nel centro storico o nei quartieri “bene”,  l’Ecomuseo ha promosso il progetto “Co.Heritage per la valorizzazione e la promozione del dialogo interculturale” ispirandosi a un principio fondamentale scritto nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani: “tutte le persone hanno diritto alla piena partecipazione alla vita culturale”. Un’iniziativa stimolante e benemerita, tanto più urgente e necessaria in questi tempi di razzismi o come minimo di pregiudizi. Questo progetto è stato inserito nell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale dell’Unione Europea.

Come spiega il comunicato, il progetto si sviluppa nel quartiere di Tor Pignattara e in quelli limitrofi (Pigneto, Quadraro Vecchio e Centocelle) “con l’obiettivo di costruire una narrazione collettiva del territorio, dando voce anche alle comunità straniere che lo abitano”. “In questo modo le periferie e le persone che le vivono vengono sottratte a una rappresentazione fatta da altri e diventano loro stesse soggetto e voce narrante in un dialogo tra comunità migranti e comunità italiana al fine di creare un patrimonio rinnovato e condiviso”, spiega nella nota Claudio Gnessi, il presidente dell’Ecomuseo Casilino.
Lo slogan dell’Anno del patrimonio culturale europeo è “il nostro patrimonio: dove il passato incontra il futuro”. E qui si inserisce l’Ecomuseo “che vede il patrimonio come memoria da tutelare e valorizzare, ma anche come condivisione e prospettiva futura”. L’anno del patrimonio prevede iniziative “per rafforzare il senso di appartenenza al comune spazio europeo”. Co.Heritage mette in campo varie attività nel 2018 e “una ricerca sul territorio attraverso una mappatura delle comunità, del patrimonio produttivo e di quello didatticoformativo, incontri, seminari, interviste e laboratori, nell’ottica di una progettazione partecipata e interculturale, fornendo il proprio sostegno alle “buone pratiche” delle comunità locali per la promozione della conoscenza, salvaguardia, implementazione e narrazione del patrimonio locale”.

E Stefania Ficacci, responsabile della ricerca storica per l’Ecomuseo Casilino, dichiara che “il patrimonio culturale diventa così occasione di dialogo interculturale e valorizzazione delle diversità, per coinvolgere tutti gli attori presenti sul territorio, in un processo di definizione di nuovi modelli di sviluppo e di governance partecipati”,

Il sito dell’Ecomuseo Casilino

 

 

 

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