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I Pinguini Tattici Nucleari piacciono a tutti (o quasi)

Un gruppo che sta conquistando le scene grazie alla semplicità e alla narrazione di storie di tutti i giorni

I Pinguini Tattici Nucleari piacciono a tutti (o quasi)
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19 Luglio 2021 - 13.37


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di Margherita Centri

Anche se non tutti li conoscono – e ne dubito – durante quest’ultimo anno li avrete ascoltati. Sono nell’aria: radio, televisioni, amici che li canticchiano: i Pinguini Tattici Nucleari si stanno imponendo nel panorama musicale italiano, facendolo con nonchalance, tanto da chiedersi se siano lì da sempre. Il terzo posto a Sanremo 2020, con Ringo Starr, li ha aiutati a farsi conoscere dal grande pubblico. Ma già da tempo, con l’album Fuori dall’Hype, se non già da prima con Gioventù Brucata, i Pinguini avevano cominciato a distinguersi tra i tantissimi cantanti e gruppi dell’universo indie della musica italiana.

 

Possiamo definire questa come una nuova stagione di cantautorato in Italia o è un’esagerazione? Di certo per molti giovani artisti, questo rinnovato interesse per un genere rimasto per anni in penombra, ha rappresentato un importante trampolino di lancio. Sono così passati dal completo anonimato della musica di nicchia per essere apprezzati da un pubblico di massa, quello dei palazzetti e, magari, a vincere anche dischi di platino. Un simile percorso è stato fatto da molti di questi artisti: alcuni, forse, lo hanno fatto in modo avventato e poco efficace, tanto da subire i contraccolpi dopo i primi successi. La concorrenza è tanta e spietata, il favore del pubblico è imprevedibile ed anche se con lo streaming e i social raggiungere la notorietà con un singolo o un album sembra un sogno più che mai accessibile, è sempre più difficile mantenerla.

E allora perché i Pinguini ci stanno riuscendo? La risposta è ben visibile in ogni passo della loro carriera: i Pinguini Tattici Nucleari sono (o comunque si mostrano) sempre semplici, accessibili e avvicinabili. I sei normalissimi giovani di Bergamo si sono sempre presentati come tali. Non hanno imitato il poeta maledetto di Coez o gli Zen Circus: Riccardo, Nicola, Elio, Lorenzo, Simone e Matteo sono ragazzi comuni, che percepisci come simili a te e che, magari, potrebbero essere anche tuoi amici.

Questa impressione è dettata dai loro pezzi, che affrontano temi comuni e condivisibili, anche se a volte complessi, raccontati con leggerezza e sensibilità: un amore importante ormai finito, oppure quello che potrebbe iniziare.

“Ringo Starr” singolo presentato a Sanremo 2020

I testi sono chiari e lineari, con un evidente gusto per la citazione, spesso in riferimento alla cultura popolare, che rincara il senso di familiarità e quindi di favore del pubblico: allora non solo i Pinguini hanno affrontato le tue stesse esperienze e provato le stesse emozioni, ma hanno anche visto le tue stesse serie tv (“E con lo sguardo perso dentro un cielo terso /Il cuore di JD e la testa di Kelso”, riferimento alla serie Scrubs in Antartide, letto i tuoi stessi libri (“Ricordami come Neville Paciock in un mondo di Draco Malfoy” da Irene) e ascoltato la tua stessa musica (Si sopravvive a tutto ascoltando Lucio Dalla, da Verdura).

E poi non scordiamoci l’elemento chiave e più evidente: i Pinguini Tattici Nucleari piacciono perché sono orecchiabili. Ogni melodia è piacevole da ascoltare e mantiene la stessa semplicità e leggerezza dei testi; mentre i brani più malinconici come Pastello Bianco fanno quasi commuovere, altri, grazie ai ritornelli accattivanti e facili da ricordare, entrano in testa e mettono di buon umore, facendoti venire voglia di ballare come Ringo Starr o cantare a squarciagola come Lake Washington Boulevard: Riccardo e gli altri non hanno mai smesso di divertirsi a suonare, questo il pubblico lo percepisce, e si diverte a sua volta ad ascoltarli.

 

Forse gli unici di cui i Pinguini hanno perso un po’ il favore sono proprio quelli che li seguivano dall’inizio: la band non è certo la stessa del primo album Il Re è Nudo, ed è normale che i loro primi fan, nostalgici e quasi gelosi di averli scoperti quando i più non li conoscevano, siano per lo meno diffidenti nei confronti della nuova musica, che sicuramente è più che in passato attenta alla reazione del pubblico. E’ quello che succede di norma quando un artista poco conosciuto, “sfonda” diventando mainstream, sempre più spesso sinonimo di banale, contrario di ciò che è per pochi e quindi speciale: ma se qualcosa diventa mainstream non vuol dire che piace e che quindi ha raggiunto lo scopo per cui è stato creato?

Più che di gusti è una questione di principio che i seguaci storici potrebbero difendere all’infinito, ma in questo caso i Pinguini Tattici Nucleari possono essere giustificati dal fatto che questo successo, nonostante calzi loro a pennello, non lo hanno mai ricercato con foga, ma al contrario sembrano essercisi ritrovati per caso, facendo ciò che amano senza perdere la loro autenticità e, anzi, cercando di stare “Fuori dall’Hype”.

“Tetris”, dall’album del 2017 “Gioventù Brucata”

L’articolo fa parte dell’iniziativa #Unamusicaintesta ideata dalla redazione di Culture. Globalist. Si rimanda alla lettura degli articoli precedenti.

1) Articolo introduttivo di Manuela Ballo:  Le canzoni non raccontano più storie? Forse. Ma conviene ascoltare la musica giovane | Culture    (globalist.it)
2)Articolo sui BTS di Elena La Verde:  Dall’Asia al mondo: sono i BTS, idoli del pop coreano | Culture (globalist.it)
3)Articolo su Colapesce e Dimartino di Marcello Cecconi Colapesce e Dimartino non son mica nati ieri | Culture (globalist.it)
4)Articolo su Motta di Linda Salvetti: Francesco Motta, un cantautore tra il pop e il folk | Culture (globalist.it)

 

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