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Pompei, ritrovati due corpi integri: morirono per shock termico

Gli archeologi hanno ritrovato due uomini che furono travolti durante l’eruzione del Vesuvio. La scoperta è frutto di un'operazione con Procura e carabinieri per evitare un saccheggio dei tombaroli

Pompei, ritrovati due corpi integri: morirono per shock termico
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21 Novembre 2020 - 20.03


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Una nuova scoperta archeologica ha acceso i riflettori su Pompei: si tratta di due corpi, ritrovati pressoché intatti durante gli scavi che, nonostante la pandemia, sono andati avanti.
Il ritrovamento di un uomo e il suo schiavo è avvenuto pochi giorni fa, presso la villa suburbana di Civita Giuliana, la stupenda tenuta di epoca augustea e gli scavi, finanziati dal parco archeologico di Pompei, sono il frutto di un’operazione che aveva visto unirsi, per evitare l’azione dei tombaroli, la Procura di Torre Annunziata, il procuratore Pierpaolo Filippelli e i carabinieri.
Come sottolinea all’Ansa  il direttore Massimo Osanna, si tratta di una scoperta a dir poco eccezionale, perché per la prima volta dopo 150 anni è stato possibile realizzare calchi perfettamente riusciti delle vittime, ma anche indagare e documentare con le nuove tecnologie le cose che avevano con se nell’ attimo in cui sono stati investiti e uccisi dai vapori bollenti dell’eruzione del 79 d.C.: “Le due vittime cercavano forse rifugio nel criptoportico, dove invece vengono travolte dalla corrente piroclastica alle 9 di mattina. Una morte per shock termico, come dimostrano anche gli arti, i piedi, le mani contratti. Una morte che per noi oggi è una fonte di conoscenza incredibile”.
Una vittima, molto probabilmente, era un ragazzo tra i 18 e i 23 anni, alto 1,56 metri. Nel secondo caso, fa sapere Pompei, “la robustezza del corpo, soprattutto a livello del torace, suggerisce che anche in questo caso sia un uomo con un’età compresa tra i 30 e i 40 anni e alto circa 1,62 metri”.

Inizialmente, durante gli scavi precedenti, i due corpi erano sfuggiti all’azione degli archeologi ed erano perciò rimasti nascosti in quel vano dove poche è avvenuta la scoperta, definita stupefacente dal ministro Dario Franceschini che ha sottolineato l’importanza che riveste per il patrimonio culturale italiano e come Pompei “sia un luogo incredibile di ricerca, di studio, di formazione con ancora più di venti gli ettari da scavare”.

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