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1950-1966: Consolidamento, rifugiati, tensioni latenti

I palestinesi rimasti nei territori occupati (Cisgiordania sotto Giordania, Gaza sotto Egitto) vivevano sotto amministrazioni straniere con limitazioni politiche e civili, scarso sviluppo economico. Nel 1964 nasceva l'Organizzazione per la Liberazione della Palestina

1950-1966: Consolidamento, rifugiati, tensioni latenti
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2 Ottobre 2025 - 12.05


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Continua la pubblicazione di pillole della storia della Palestina a partire dalla nascita del sionismo fino al genocidio palestinese dei giorni nostri – a cura di Marcello Cecconi

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  1. 1950-1966

Dopo la guerra 1948-1949, Israele consolidava sempre più le proprie istituzioni statali e l’economia, incoraggiando l’immigrazione e assorbendo così rifugiati ebrei da molti Paesi. I palestinesi rimasti nei territori occupati (Cisgiordania sotto Giordania, Gaza sotto Egitto) vivevano sotto amministrazioni straniere con limitazioni politiche e civili, scarso sviluppo economico e forte dipendenza dall’assistenza per i rifugiati. Pertanto, la generazione successiva nasceva in gran parte in esilio, in campi profughi. Pensieri nazionalisti palestinesi cominciavano a prendere forma più forte.

Israele stava diventando una potenza militare e lo dimostrò al mondo intero nel 1956, quando insieme a Francia e Inghilterra scatenò la guerra contro l’Egitto di Nasser che aveva nazionalizzato il Canale di Suez, fino allora gestito in unione da inglesi e francesi. L’operazione non fu portata a termine perché Mosca e Washington fecero capire che i tempi erano cambiati e le sorti del mondo non si decidevano più a Londra e a Parigi.

La guerra di Suez rese ancora più aspro il conflitto con il mondo arabo e le tensioni con i palestinesi aumentarono: attacchi di fedayeen (autosacrificio) palestinesi contro Israele, rappresaglie israeliane, scontri di frontiera. Ogni parte viveva la percezione di minaccia continua. Israele costruiva difese valorizzando la sicurezza, mentre molti arabi vedevano Israele come potenza occupante e illegittima.

Nel 1964 nasceva l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (Olp) come incarnazione del movimento nazionale palestinese. Si trattava di un ampio fronte nazionale, un’organizzazione ombrello composta da numerose organizzazioni del movimento di resistenza, partiti politici, organizzazioni popolari e figure indipendenti provenienti da tutti i settori della vita. Nel 1967 entrò a farne parte anche l’organizzazione politica e paramilitare Al-Fatah di Yasser Arafat che si prese un terzo di seggi nel Comitato esecutivo dell’Olp e due anni dopo sarebbe divenuto il Presidente dell’Olp.

Il Vertice Arabo del 1974 riconobbe l’Olp come “unico e legittimo rappresentante del popolo palestinese” e da allora l’Olp ha rappresentato la Palestina alle Nazioni Unite, al Movimento dei Paesi Non Allineati e in altri consessi. L’obiettivo dell’Olp: concretizzare le speranze nazionali del popolo palestinese, tra cui l’indipendenza dello Stato di Palestina con Gerusalemme Est come capitale.

(Il prossimo capitolo: 1967 – 1973: Guerra dei Sei Giorni, occupazione e guerra del Kippur)

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