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"Bedda ciao": a Modica la resistenza riparte dal basso

Arriva dalla Sicilia un canto di libertà, con un evento che celebra il 25 aprile attraverso un dibattito aperto sul mondo odierno.

"Bedda ciao": a Modica la resistenza riparte dal basso
In foto: il logo dell'evento
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25 Aprile 2025 - 10.06


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di Vittoria Calabrese

Da Modica si alza un canto di libertà, con l’evento Bedda ciao che prende in prestito il titolo della canto simbolo della Resistenza, ormai diffusa in tutto il mondo adattandolo al dialetto del luogo in cui l’evento si tiene. Bedda ciao, però, non si riferisce solo alla celebrazione che si terrà quest’oggi, ma a una rete di cittadini e associazioni che, mossi dai valori fondanti dell’antifascismo, della libertà della giustizia sociale, si occupa di ritrovarli e declinarli attraverso una serie di di eventi che, dall’inizio di quest’anno, si sono svolti attraverso incontri culturali e dibattiti di varia natura.

Come, ad esempio, Bedda ca nun senti, un dialogo sul meridione caratterizzato da talk tenuti da Giuseppe Provenzano (deputato ed ex ministro per il sud e la coesione territoriale), Luca Bianchi (Direttore dell’associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno e Graziella Priula (docente di sociologia dei processi culturali e comunicativi all’Università di Catania).

Ancora, l’8 marzo 2025, la stessa rete ha coordinato un evento intitolato Bedda Matri, un omaggio alle madri della Costituzione e alle donne della resistenza; mentre, il 14 Marzo ha promosso lo svolgimento dello spettacolo che ha visto Gabriele Del Grande – giornalista, regista e scrittore – protagonista del monologo multimediale “Il secolo è mobile, una storia delle migrazioni vista dal futuro”.

Per quanto riguarda la celebrazione del 25 aprile, sulle pagine social di Bedda Ciao, si legge: “Il 25 aprile festeggeremo gli 80 anni della liberazione, e le cose non sembrano andare nella direzione auspicata da chi sconfisse il nazifascismo e fondò la Repubblica Italiana. È per questo motivo che a Modica diverse associazioni e singoli cittadini hanno dato vita a Bedda Ciao – La resistenza non è finita.”

L’evento previsto per celebrare la Liberazione si terrà dalle 12:00 alle 24:00 di quest’oggi a Modica, all’interno del parco urbano Padre Basile, che per l’occasione sarà diviso in diverse aree, come ad esempio quella dedicata a talk/reading, nella quale si parlerà anche del referendum di giugno e che vedrà la presenza di Andrea Tidona (attore), Alfio Mannino (segretario Generale CGIL Sicilia), Antonio Sichera (docente dell’Università di Catania) e Roberto Ammatuna (sindaco di Pozzallo). Saranno allestite anche aree dedicate al relax e ai bambini, mentre altre ancora saranno destinate alla musica, ai laboratori, alle associazioni, alle proiezioni e allo sport. Sarà inoltre allestito un mercatino a cui prenderanno parte produttori e artigiani locali.

Il contributo musicale verrà offerto in parte da Antonio Modica e Lello Analfino che con il loro progetto “Non è solo una canzone”, come si legge sui canali della rete “daranno una nuova voce per un canto antico che parla ancora chiaro” e a seguire “Il loro progetto è ispirato a Bella ciao, un inno che ha dato il nome anche al nostro movimento. Un canto semplice, ma capace di accendere coraggio, speranza e lotta. Perché Bella ciao non è mai stata solo una canzone, è un’eredità ancora viva. È la memoria che si fa musica, oggi, per chi ancora sceglie di resistere.”

Altri contributi musicali saranno proposti da: White Bronco, cantautore siciliano che “sul palco porta solo l’essenziale ma basta e avanza per rompere ogni silenzio”, gli Itineradio, band che “trasforma ogni concerto in un’esperienza collettiva, fatta di suoni e culture che si incontrano”, e Marco Buscema, dj “instancabile collezionista di emozioni in vinile” che “porta al nostro 25 aprile una performance che è molto più di un dj set: è un’esperienza liberatoria.”

Incontrando alcuni membri della rete, abbiamo dialogato insieme sul significato della resistenza oggi e dei piccoli atti quotidiani ma rivoluzionari che possiamo mettere in pratica per resistere, ecco cosa hanno raccontato: 

Il vostro evento è una novità in città, cosa vi ha spinti a realizzarlo?

Siamo partiti dalla domanda “cosa facciamo il 25 aprile?” ma non tanto per avere qualcosa da fare, ma per sottolineare la celebrazione della resistenza. Ci troviamo in tempi molto bui in cui regnano sovranismo e mancanza di libertà di pensiero, questo ci ha spinto quindi a interrogarci su come fare resistenza a partire dalle nostre realtà sociali che sono apartitiche come lo è Bedda Ciao che non ha partito ma è sicuramente politica perché nostre realtà ci occupiamo del bene della comunità e della polis da dove la politica nasce. Proprio a partire dalle nostre realtà ci siamo chiesti come fare resistenza oggi e come mettere al centro questa data che si sta pian piano dimenticando.

Ad oggi dove individuate la resistenza? 

Questa domanda noi l’abbiamo posta ad associazione di Bedda Ciao, chiedendogli di realizzare un video di trenta secondi in cui ci raccontano cosa per la loro è resistenza e stanno ancora arrivando risposte da parte di realtà sociali e associative e culturali. Per noi la resistenza è partecipazione, a partire dal coinvolgimento giovanile. Una partecipazione destinata alla realizzazione del bene comune a partire dalla nostra condizione di studenti, lavoratori e persone normali che fanno il proprio dovere resistendo in un mondo che non sembra avere più punti di riferimento.

Che ruolo hanno i giovani secondo voi nella memoria della resistenza?

Se il concetto di resistenza viene aperto, senza considerarla in ambito strettamente storico, resistere vuol dire farsi sentire. È vero che non siamo più nel 1945, non abbiamo la stessa sensibilità rispetto alla guerra, ma è anche vero che oggi viviamo tempi in cui sicuramente farsi sentire è una forma di resistenza e partecipazione. Il sottotitolo della nostra iniziativa è “La resistenza non è finita” proprio per questo. 
Siamo partiti dalle parole di Turoldo – partigiano e padre della nostra costituzione e dell’Italia che viviamo – che invitava i giovani a sentirsi fuoco ed essere portavoci di un sentimento di resistenza, non solo passiva ma che prende posizione e spazio. I giovani tra tutti sono quelli che riescono ad essere resistenti.

Come si può praticare la resistenza quotidianamente?

Resistenza vuol dire avere a cuore, Don Milani ci accompagna ogni giorno e ci insegna ad avere attenzione e cura nei confronti del prossimo, a provare a farsi carico di una necessità, che non per forza è un problema ma è un altro punto di vista su ciò che sta succedendo intorno a noi, a partire dal nostro vicino di casa.
La resistenza è silenziosa, non fa clamore o gesti da prime pagine, è una cosa quotidiana, è cercare di dare corpo alle parole della costituzione in riferimento soprattutto ai primi articoli che strutturano un paese che prevede la libertà, il rispetto dell’altro e la possibilità che non ci siano ostacoli per nessuno. Tutto ciò sotto al cappello di una Repubblica idealmente fondata sul lavoro. Puntare a questo ideale nel silenzio e nella quotidianità è quello che cerchiamo di fare per resistere.

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