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Cosa vuoi che sia, sono solo giovani

La salute mentale è ancora troppo trascurata, tanto da non essere ancora considerata una questione rilevante.

Cosa vuoi che sia, sono solo giovani
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Irene Perli Modifica articolo

5 Dicembre 2023 - 15.21


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La retorica dell’infallibilità non funziona più, finalmente. Non c’è niente di più degradante e avvilente di non riuscire a raggiungere un obiettivo e di essere bombardati da discorsi di incoraggiamento, infiocchettati come se fossero destinati ad un annuncio pubblicitario. Sul podio delle risposte più gettonate abbiamo: “Dai che ce la farai”, “Riprova e vedrai che questa volta andrà meglio!” e “Non ti abbattere, i veri problemi sono altri”.

È indifferente, invece, la causa che ha scatenato tali risposte: un brutto voto a scuola, un litigio con qualcuno a cui si vuole bene o un semplice sfogo, nel quale si ammette di sentirsi stanchi e impauriti da questa società che fa orecchie da mercante ai problemi della generazione Z, perché “tanto sono giovani, che vuoi che capiscano”.

La salute mentale è un elemento fondamentale del benessere di una persona, spesso trascurato, ma di vitale importanza. La sua influenza si estende a tutti gli aspetti della vita quotidiana, influenzando emozioni, pensieri e comportamenti. Vivere in un mondo sempre più frenetico e stressante mette a dura prova la salute mentale. L’ansia, la depressione e lo stress sono sfide comuni che molti affrontano. Tuttavia, prendersi cura della propria salute mentale è cruciale per affrontare le sfide della vita.

Un aspetto fondamentale è il dialogo aperto sulla salute mentale: combattere il pregiudizio e promuovere la consapevolezza sono passi essenziali per garantire che le persone si sentano libere di chiedere aiuto senza timore di giudizio.

Qualche settimana fa, Fedez è stato ospite da Fazio e dalla loro conversazione sono emersi dati importanti sulla salute mentale, preoccupanti tanto quanto le angosce che colmano i pensieri della generazione Z. Secondo i numeri ISTAT, due milioni di giovani soffrono di problemi legati alla salute mentale; l’OMS riferisce invece che la seconda causa di mortalità fra i giovani è il suicidio; infine, l’Istituto Superiore della Sanità afferma che per contrastare la situazione attuale sia necessario uno psicologo ogni mille abitanti, mentre la realtà dei fatti è ce ne sono meno di tre ogni centomila.

Solo da qualche anno, almeno nei piccoli centri abitati, lo stigma delle visite dallo psicologo, e con l’aumento delel richieste di aiuto cosa fa il nostro governo? Diminuire lo stanziamento dei fondi dedicati al Bonus Psicologo dai 25 milioni del governo precedente, che erano sufficienti solo per il 10% delle richieste, a 5 milioni.

E in questa grande alternzanza di dibattiti pubblici, i giovani vengono lasciati indietro, alla mercé di una vita che fagocita molte certezze, incorniciate da precarietà e disillusione: alla faccia della prevenzione della fuga di cervelli.

La generazione Z non si tira comunque indietro: lancia piccole o grandi esche nella speranza che qualcuno abbocchi. Scioperi e cortei per università e scuole, manifestazioni di ogni genere sia offline che online: uno degli ultimi trend è quello del “bed rotting”, ovvero dell’abbandonarsi completamente a marcire nel letto perché sopraffatti da ciò che accade ogni giorno.

Non è semplice ascoltare ripetutamente la stessa novella che finisce con i volenterosi che raggiungono i loro obiettivi, a discapito di tutte le avversità che gli si presentano. Oggi non funziona così. È degradante per un giovane non essere preso in considerazione da nessuna azienda perché privo di esperienza, ma è ancora più avvilente vedere concretizzata questa realtà che non gli permette di avere un sogno, un’ambizione o semplicemente uno scopo; e queste sono solo alcune delle problematiche.

In un mondo in continua evoluzione, la salute mentale dei giovani non può essere trascurata. È un investimento nel futuro, poiché giovani mentalmente sani contribuiranno in modo più positivo alla società, trasformando le sfide in opportunità per la crescita e il benessere. Al di là delle statistiche e dei dati, è il nostro dovere collettivo adottare un approccio empatico e attivo per garantire che ogni giovane abbia la possibilità di sviluppare una mente sana e pronta ad affrontare il futuro passo dopo passo.

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