Le Papesse, lo strano caso dello storico palazzo senese venduto per due soldi | Culture
Top

Le Papesse, lo strano caso dello storico palazzo senese venduto per due soldi

Lo storico palazzo è stato venduto, da Bankitalia, alla società milanese Dalì Universe, che dal 2020 occupa i luoghi dello stabile con una mostra sul pittore surrealista spagnolo. di

Le Papesse, lo strano caso dello storico palazzo senese venduto per due soldi
La facciata di Palazzo Piccolomini
Preroll

redazione Modifica articolo

5 Maggio 2023 - 21.05


ATF

di Marialaura Baldino

Di proprietà della Banca d’Italia dal 2008, il Palazzo delle Papesse, o anche Palazzo Piccolomini, è stato venduto per poco meno di dieci milioni di euro.

Esempio di architettura rinascimentale fiorentina, lo storico palazzo, costruito nella seconda metà del Quattrocento, deve il suo particolare nome a Caterina e Laudomia Piccolomini, sorelle di Papa Pio II, le quali, in particolare Caterina, diressero la progettazione e i lavori di edificazione.

Residenza, negli anni, di una nobile famiglia senese di banchieri papali, nel XVII venne concesso al Collegio Tolomei che ne fece sua sede fino all’800.

Nel 1884 il palazzo diventò proprietà della Banca d’Italia, che abbellì l’interno delle regali e maestose mura con affreschi neorinascimentali, ancora ben conservati.

In tempi recenti, nel 1998, dopo un lungo periodo di restauro, Le Papesse è stato riaperto come Centro d’arte Contemporanea, che ha ospitato mostre, collezioni artistiche, entrando a far parte del TRA ART, la rete Toscana di Arte Contemporanea nata a sostegno delle arti e delle culture contemporanee. Il centro ha chiuso nel 2008.

Nel 2020, poco prima dell’inizio della crisi pandemica, il palazzo riapre, ospitando una mostra su Dalì che però esponeva opere non dell’artista, bensì quelle della Dalì Universe, una società artistica specializzata nelle opere del pittore spagnolo, di proprietà di Beniamino Levi, gallerista milanese.

L’enorme campagna pubblicitaria a favore della mostra ancora in corso ha colonizzato qualsiasi punto informativo della città, tra manifesti e locandine, passando per tabelloni informativi e stampe adesive poste finanche sui taxi senesi.

È stata proprio la Dalì Universe, in questi giorni, ad acquisire l’immobile.

 Il capo dipartimento immobiliare di Bankitalia, Luca Donati, il primo giugno 2022, c’aveva visto lungo: come ha riportato La Nazione di Siena, infatti, Donati stesso, in quella data, ha affermato che la società di Levi avrebbe potuto essere ‘’l’acquirente ideale del Palazzo delle Papesse’’.

Un palazzo lasciato per tanti anni in balia di una triste sorte; porte chiuse, finestre sbarrate, impalchi per continue ristrutturazioni e la fine di ogni attività culturale di qualità.

A rimpiangerne l’uso pubblico e l’alta caratura dei progetti artistici sono già in tanti. Gabriella Piccini, professoressa emerita presso Università degli Studi di Siena, ha espresso pubblicamente il suo disappunto scrivendo: ‘’ Leggo della triste fine del palazzo delle Papesse, a Siena. Un bellezza di edificio, in una parte di valore di un città di valore, con spazi che la città potrebbe mettere di nuovo a disposizione di tutti, per una cultura viva e vera’’.

‘’L’esperienza del Centro di arte contemporanea – continua – che per alcuni anni portò in quelle stanze appuntamenti e sperimentazioni culturali che ci facevano respirare aria nuova e attiravano un mondo giovanile, curioso e disponibile ad incontrare forme d’arte da noi inusuali. Forse qualcosa di quell’esperienza andava ridimensionato, ma si trattò di una fase felice per la città, che riusciva a proporre insieme la meraviglia del suo patrimonio artistico e storico e l’apertura alla fertilità di linguaggi artistici nuovi’’.

A condividere l’amarezza della docente sono tanti che, esprimendo il loro dissenso sui social, ricordano il vanto del lavoro di valorizzazione artistica compiuto tra quelle storiche mura.

Segno di una decadenza valoriale dell’arte e dei suoi linguaggi o dell’incuria cittadina verso un luogo che non ha fatto altro che essere centro di arte e conoscenza?

 In ogni caso, i cittadini e le associazioni chiedono spiegazioni, soprattutto per l’irrisorio prezzo e la facilità con i quali questo bene è stato ceduto.

Native

Articoli correlati