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Laura Boldrini e la difesa dei diritti civili

L’incontro, che si è svolto presso il circolo Arci, è stato incentrato prevalentemente sul riconoscimento della piena realizzazione dei diritti civili, per vivere in un mondo basato sull’uguaglianza, un mondo che sia a misura di tutti. Tanti gli interventi dei giovani presenti.

Laura Boldrini e la difesa dei diritti civili
In foto, Laura Boldrini e Gabriella Piccinni presso il circolo Arci, Siena.
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10 Settembre 2022 - 11.26


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di Claudia Daniele

In questi ultimi mesi di campagna elettorale, a seguito della crisi di governo, sono numerosi i rappresentanti dei diversi schieramenti politici che si spostano in tutt’Italia, organizzando incontri che permettano di presentare al meglio quelli che sono i punti focali sui quali si fonda ogni partito, in vista delle elezioni del 25 settembre. E proprio questo è stato anche l’obiettivo dell’incontro svoltosi a Siena, presso il Circolo Arci, mercoledì 7 settembre alle ore 17:30 con l’onorevole Laura Boldrini, capolista nel collegio plurinominale della camera Si-Ar-Gr-Li.

A prendere per prima la parola è stata Gabriella Piccinni, non solo coordinatrice dell’evento e docente dell’Università degli Studi di Siena ma anche Presidente dell’Assemblea Provinciale del Partito Democratico, presentando subito i punti cardini sui quali si basa lo schieramento del centro-sinistra: il riconoscimento dei diritti civili e dello sviluppo sostenibile come piena realizzazione delle persone. Ha invitato coloro che erano presenti all’incontro a riflettere sul fatto che l’unica cosa che si potrebbe ottenere, consentendo la negazione dei diritti, sarebbe la negazione della libertà, e quindi la vittoria dell’ingiustizia e del dolore, non solo sociale, ma anche fisico e psicologico, che questa comporterebbe.

 La parola è poi stata passata alla Boldrini, che nella prima parte dell’incontro ha risposto ad una serie di domande poste dalla Piccinni proprio sull’importanza del riconoscimento dei diritti in Italia e su cosa possa effettivamente fare il PD per alimentare questa consapevolezza. L’ex Presidente della Camera, ha innanzitutto sottolineato che le sfide del partito progressista si incentrano soprattutto su due pilastri fondamentali: l’uguaglianza di genere e il cambiamento climatico.

Ha affermato che purtroppo, in parlamento, quando si inizia a parlare di diritti, sembra sempre che per una buona parte di esso, la Destra, ci siano altre priorità più urgenti e più importanti da affrontare. Così ha evidenziato come l’esultare di gioia di fronte all’affossamento del DDL Zan, un provvedimento contro i crimini d’odio, non ha fatto altro che trasmettere un messaggio di ingiustizia sociale, facendo credere alla gente che sia giusto odiare e quindi discriminare chi è diverso da noi, per orientamento sessuale, questione di genere o disabilità.

Ha inoltre evidenziato l’importanza della battaglia per la parità di genere, insistendo soprattutto sul congedo paritario di genitorialità: in questo modo, concedendo lo stesso tempo sia a madri che a padri per vivere con serenità la nascita del loro bambino, dal punto di vista lavorativo gli uomini e le donne verranno trattati alla pari e sulla base del merito, incrementando così anche l’occupazione femminile. A favore di questo ha sottolineato come Giorgia Meloni è sì una donna ma non è una donna femminista, perché considera la donna solo nella misura in cui è madre, quindi agisce contro le donne, tant’è che nei programmi della Destra non vengono minimamente prese in considerazione questioni riguardanti l’occupazione e l’imprenditoria femminile, oltre alla condivisione di responsabilità all’interno delle famiglie.

 Per la Boldrini sostenere la Destra vuol dire sostenere una politica di aggressione ma anche una minaccia ai diritti, vuol dire permettere l’impoverimento del ruolo del parlamento, lo stesso organo che garantisce la democrazia, una democrazia che è tale solo se, appunto, sono garantiti i diritti. Per questo, non garantendone l’universalità, si avalla la possibilità di uno Stato fondato sulla discriminazione, e i diritti saranno percepiti sempre di più come un lusso e un privilegio, quando invece lo Stato dovrebbe provvedere alla tutela di essi perché i diritti stessi sono economia, e di questo ha bisogno il popolo italiano, soprattutto i giovani, per i quali si cerca di costruire un futuro migliore.

 Proprio riconoscendo fiducia nei giovani, la seconda parte dell’incontro ha lasciato spazio a loro, e sorprendentemente sono stati molti i ragazzi che, in un periodo così pieno di incertezze, sono intervenuti per esprimere una propria riflessione sugli argomenti trattati o semplicemente per porre delle domande, facendo pensare che ci sia allora ancora una possibilità di speranza per il nostro paese.

 L’incontro si è poi concluso con un appello della Boldrini, la quale ha invitato a votare saggiamente alle elezioni del 25 settembre, sottolineando il fatto che si può ottenere un cambiamento solo se ogni cittadino ne è realmente propenso e purtroppo oggi, in Italia, non è ancora così.

E ha affermato lo stesso anche Gabriella Piccinni, ricordando le parole della scrittrice nigeriana Chimamanda Ngozi Adichie dal suo libro Dovremmo essere tutti femministi, che così si pronuncia: “Io vorrei che tutti cominciassimo a sognare e progettare un mondo diverso. Un mondo più giusto. Un mondo di uomini e donne più felici e più fedeli a se stessi. Ecco da dove cominciare: dobbiamo cambiare quello che insegniamo alle nostre figlie. Dobbiamo cambiare anche quello che insegniamo ai nostri figli”.

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