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Così la Cina coniuga pericolosamente la tecnologia con la violazione dei diritti umani

I sistemi di riconoscimento facciale sono utili a individuare la minoranza uigura e i sistemi di sorveglianza basate sull’intelligenza artificiale consentono di riconoscere l’età, il sesso e l’etnia di una persona

Così la Cina coniuga pericolosamente la tecnologia con la violazione dei diritti umani
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Marcello Flores Modifica articolo

24 Dicembre 2020 - 18.03


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Human Rights Watch, una delle più importanti organizzazioni dei diritti umani nel mondo, ha scritto una lettera formale al presidente del IOC (Comitato olimpico internazionale) per avvisarlo che la crescente repressione della Cina sia nella regione dello Xinjiang che a Hong Kong rischia di mettere a repentaglio le Olimpiadi invernali che si dovrebbero tenere nel febbraio 2022 a Beijing. Accanto all’incarcerazione di oltre un milione di musulmani uiguri nello Xinjiang, trasferiti in campi di «rieducazione politica» che sono veri e propri campi di concentramento, accanto alle limitazioni della libertà che hanno sperimentato da mesi i cittadini – e soprattutto i giovani e gli studenti – di Hong Kong, vengono messe in evidenza la mancanza di diritti sindacali per la gran parte dei lavoratori, e soprattutto per quelli coinvolti nella preparazione delle Olimpiadi, e la crescente limitazione di libertà di parola e di uso di internet. Si chiede al Comitato olimpico di condurre una seria indagine e di assicurare, il prossimo febbraio, a un anno dall’inizio delle Olimpiadi, che in Cina sarà possibile garantire i diritti umani, una condizione ineludibile per ogni paese che intenda ospitare i Giochi Olimpici. 

Il Comitato, proprio questo dicembre, ha pubblicato le sue raccomandazioni per una strategia olimpica sui diritti umani, che sono in sintonia con le linee guida delle Nazioni Unite su «Business and Human Rights». In effetti la Cina ha costantemente peggiorato la propria politica dei diritti umani almeno a partire dai giochi olimpici del 2008, dove comunque i giornalisti presenti avevano già messo in evidenza frequenti abusi. Sotto la presidenza di Xi Jinping, che nel 2018 si è praticamente nominato presidente a vita, il controllo sulla società è cresciuto a dismisura, sulla stampa e nel mondo degli affari, nelle università e nel mondo del lavoro, mentre la repressione delle minoranze nazionali – di cui quella degli uiguri è la più estesa, profonda e continua – è costantemente aumentata. 

L’uso delle nuove tecnologie, come i sistemi di riconoscimento facciale utili a individuare gli appartenenti alla minoranza uigura e i sistemi di sorveglianza di telecamere basate sull’intelligenza artificiale che consentono di riconoscere l’età, il sesso e l’etnia di una persona, ha reso più ampia e completa questa forma di repressione, coniugando pericolosamente la tecnologia con la violazione dei diritti umani.

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