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Francia, arrestato  il fondatore di Telegram Pavel Durov

Il 39enne franco-russo è stato fermato all'aeroporto Le Bourget, nei pressi di Parigi. Era ricercato perché la piattaforma «proteggeva» attività illegali.

Francia, arrestato  il fondatore di Telegram Pavel Durov
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25 Agosto 2024 - 20.07


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È stato arrestato sulla pista dell’aeroporto Le Bourget di Parigi il fondatore e amministratore delegato di Telegram, il francorusso di 39 anni Pavel Durov, che si trovava insieme a una donna e a una guardia del corpo, nonostante sapesse che cosa  avrebbe rischiato atterrando a Parigi con il suo jet privato, visto che era schedato Fpr, cioè come «ricercato».

All’origine dell’inchiesta dell’Ufficio nazione antifrode c’è la sua creatura, il più famoso sistema di messaggistica criptata, che per i magistrati lo renderebbe complice degli obiettivi oscuri per i quali il mezzo è utilizzato: traffico di stupefacenti, terrorismo, pedopornografia, riciclaggio, ricatti.

Tuttavia, il mandato d’arresto sarebbe scattato solo nel caso in cui Durov avesse messo piede in Francia, cosa che ha fatto alle 20 di ieri sera, lasciando il rifugio dell’Azerbaigian.

Il perché di queta azione? 

“Ha fatto una sciocchezza e non ne sappiamo il motivo — ha detto una fonte investigativa alla rete Tf1/Lci, che per prima ha dato la notizia — Forse era solo intendeva solo fare uno scalo. In ogni caso l’abbiamo beccato”.

Da quando era ricercato, Durov evitava accuratamente la Francia, viaggiando costantemente ma negli Emirati Arabi, in Paesi dell’ex blocco sovietico, in America Latina. Molto meno in Europa e negli Stati in cui Telegram è sotto sorveglianza. 

Preso adesso dall’equivalente della Polaria d’Oltralpe, il miliardario è in carcerazione preventiva e potrebbe essere incriminato con una procedura d’urgenza.

“Sulla sua piattaforma — dice un altro inquirente anonimo a Tf1/Lci — permette che si commettano un numero incalcolabile di crimini e non fa nulla per limitarli o intervenire”. Al di là dell’uso che ne fa l’utente comune, per esempio per seguire senza abbonamento le partite di Serie A, “negli anni — continua la fonte — è diventata lo strumento numero 1 per la criminalità organizzata”.

L’ex premier Elisabeth Borne era arrivata a chiedere ai membri del governo di cancellare l’applicazione di Telegram e di sistemi simili dai telefoni cellulari per evitare fughe di informazioni riservate.

Nel suo messaggio, Borne sollecitava a eliminare anche WhatsApp o Messanger perché «non sono esenti da buchi di sicurezza».

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