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Aurore boreali: meraviglia e timori nei cieli d'Italia

Una tempesta solare ha trasformato la notte tra l’11 e il 12 novembre in uno spettacolo senza precedenti. L’evento ha regalato non solo immagini suggestive ma ha anche sollevato timori per i possibili effetti su reti elettriche e sistemi satellitari.

Aurore boreali: meraviglia e timori nei cieli d'Italia
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20 Novembre 2025 - 10.44


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di Luigi Fortuna

Nella notte tra l’11 e il 12 novembre il nostro pianeta è stato investito da una tempesta geomagnetica che ha acceso il cielo di colori inattesi. Le aurore boreali, solitamente riservate alle latitudini estreme, hanno illuminato in modo spettacolare il Nord Italia, soprattutto lungo l’arco alpino, ma non si sono fermate lì. Con il picco della tempesta, classificato di categoria G4, il fenomeno si è spinto fino alle regioni più meridionali, regalando a migliaia di persone un evento raro e affascinante.

L’evento è stato causato da forti espulsioni del Sole di categoria X5.1, le più violente registrate fino ad oggi. Queste provengono dalle regioni solari con temperatura più fredda rispetto alla superficie della stella, note come macchie solari. La macchia AR4274 è stata la responsabile della recente tempesta. Mirko Piersanti, professore dell’Università dell’Aquila ed esperto di Meteo spaziale, ha dichiarato all’ANSA: “Da diversi giorni stavamo già tenendo d’occhio questa regione attiva che si è fusa con altre vicine raggiungendo dimensioni enormi. Nei giorni scorsi, tra l’altro, ha prodotto anche altre Cme (espulsioni di massa coronale) che però erano più lente e non hanno, dunque, raggiunto la Terra”.

Dei flussi di particelle vengono emessi impiegando fino a 3 giorni per raggiungere il nostro pianeta e collidendo con ossigeno e azoto, danno vita ai famosi giochi di luce a cielo aperto. Oltre allo spettacolo visivo, la tempesta può avere effetti negativi sulla Terra. I due flussi energetici emessi si sono fusi poco prima di impattare l’atmosfera, creando un’onda d’urto notevole capace di provocare disturbi geomagnetici rilevanti.

L’evento atmosferico, durante la notte in cui è stato registrato, ha raggiunto il picco di classe G4. Tempeste di questa intensità possono provocare malfunzionamenti alle reti e alle infrastrutture elettriche, problemi ai sistemi di navigazione satellitare e disturbi nelle comunicazioni radio. Al giorno d’oggi fenomeni come questo possono avere gravi ripercussioni dato l’elevato utilizzo di numerose tecnologie.

Studi scientifici indicano che, anche in casi più estremi, queste tempeste non provocano danni diretti sulla salute umana. Questo è dovuto dal fatto che la gran parte delle particelle che si scontrano con l’atmosfera, vengano deviate dal campo magnetico del nostro pianeta e non abbiano modo di penetrare nelle cellule e alterare il DNA. Tuttavia, è attualmente in corso uno studio su un possibile collegamento con gli infarti.

Secondo la NOOA (un’agenzia scientifica statunitense) l’intensità magnetica avrebbe potuto raggiungere il picco intorno alle 04:00 del mattino del 12 novembre, con un indice Kp di circa 7 su una scala di 9. Superata questa soglia, le aurore boreali diventano visibili anche a latitudini più basse, come già accaduto nei mesi scorsi.

Eventi come questo ci ricordano quanto sia viva e interconnessa la nostra relazione con il Sole. Sebbene possano creare disagi tecnologici, le tempeste geomagnetiche offrono anche uno spettacolo unico, che unisce scienza e bellezza naturale.

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