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Cinema:la pandemia pesa ma ci sono segnali di ripresa

Sono alle spalle gli effetti nefasti dell'ondata pandemica e i dati SIAE dicono che in alcuni settori dello spettacolo si segnalano tendenze positive. Un'azione congiunta per risollevare le sorti del Grande schermo

Cinema:la pandemia pesa ma ci sono segnali di ripresa
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18 Novembre 2022 - 20.22


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di Manuela Ballo

Nel cuore mio c’è un cinema, cantava Gianna Nannini qualche anno fa, cioè qualche anno prima della pandemia. Oggi, dopo la lunga stagione del Covid, non potremmo ripetere il suo stesso refrain. Sono state stagioni in cui il settore dello spettacolo e del cinema, in particolar modo, è stato duramente colpito dall’ondata pandemica. Gli effetti si vedono alla lunga e ci accorgiamo, a un tratto, che nella nostra vita manca il cinema, con tutto quello che ha significato. La situazione di oggi non è paragonabile a quella del 2020 (anno d’inizio della pandemia). Non siamo però tornati al periodo prepandemico. C’è da chiedersi, quindi, quale sia oggi lo stato di salute del cinema e in generale del mondo dello spettacolo. Lo dicono i dati forniti dagli operatori.
A perdere spettatori, guarda caso, è soprattutto il cinema con un -12%, seguito dal teatro con -9%. Sempre con un calo del -9% c’è anche il settore che riguarda i locali notturni in cui andare a ballare e quelli che offrono intrattenimento.

E’ il calo degli spettatori che fa tremare i polsi: nel 2021 sono crollati del 72% e la spesa del 78%. L’allarme investe tutti i settori ma soprattutto il cinema. Non si possono paragonare queste cifre, lo ripeto, a quelle del 2019. Ma i peggioramenti si vedono rispetto ai primi sei mesi del 2022, quando si sono avuti dei segnali di graduale ripresa che ci avevano, almeno un po’, confortati.
A mostrarci l’attuale situazione è la SIAE (Società degli autori e degli editori) che, grazie a un’indagine certosina – analizza il triennio 2019/2021 – ci offre un quadro d’assieme che ci permette di cogliere analogie e differenze. I dati del 2021 confermano il disastro pandemia, con un numero totale degli spettatori calato enormemente: dai 306 milioni del 2019 si è passati agli 84 del 2021 e la spesa al botteghino è crollata dai 2,7 miliardi di euro del 2019 agli 870 milioni di euro nel 2021.

Nel 2020, come spiegato poco sopra, si era registrato un certo miglioramento: a fronte di un’offerta di spettacoli cresciuta del 26%, gli spettatori nelle sale sono aumentati solo del 4,5%. Ha pesato il diffondersi delle piattaforme streaming? Probabilmente, ma in ogni caso questo è un dato che fa riflettere e ci fa comprendere come la ferita aperta dal Covid tardi a rimarginarsi o comunque lo fa in maniera lenta, troppo lenta e non a caso Mogol, in qualità di presidente onorario, ha affermato all’ Ansa, che è “Irrealistico pensare che la pandemia non lasci traccia” avvertendo che “la sfida ora è cogliere tutte le opportunità del cambiamento”. Si domanda cosa fare e per dare risposta alla sua stessa domanda, insieme a direttore generale Gaetano Blandini, hanno sostenuto che “Per ripartire serve una visione sistemica e un’idea di sviluppo condivisa per attivare una vera ripartenza”. Ma anche un’attenzione particolare “ai lavori creativi e alle loro esigenze”.

Ma chi vince, allora, se il cinema e quasi l’intero mondo dello spettacolo sono in crisi? A prevalere su tutti gli altri settori sono i concerti: a differenza del cinema e dei teatri registra, infatti, una crescita del 75 per cento nel 2021 rispetto all’anno precedente. Anche lo spettacolo viaggiante non è messo male con il +65%. Seguono i parchi di divertimento con un +42%, mostre e fiere con il +32%. Lo sport segna un +18%, ma il totale degli spettatori – che è di 8,3 milioni – è davvero molto lontano dai quasi 40 milioni del 2019.
Letti tutti i dati, verificati tutti i raffronti, c’è da considerare che comunque il cinema rimane il settore che attira più spettatori: cioè 32 su 100, seguito dal ballo ed intrattenimenti musicali con 18 spettatori su 100, i parchi con 13, le mostre e fiere con 10, il teatro con 8, i concerti con 6.

In molti si chiedono, viste queste tendenze, come farà il cinema a uscire da questo sua crisi. A fornire una risposta o almeno a cercar di trovare una soluzione è stato il ministro della cultura Gennaro Sangiuliano che, consapevole del fatto che si possa far di più, ha deciso di firmare nei giorni scorsi un decreto con il quale verranno stanziati 10 milioni di euro a sostegno del cinema e che permetterà ai clienti ,attraverso la scannerizzazione di un coupon da presentare ai botteghini, di poter guardare un film al cinema ad un prezzo non superiore ai 4 euro. Una boccata d’ossigeno utile se si pensa alla bella sensazione che si ha quando ci si ritrova difronte al grande schermo.

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