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"Le appassionate": il nuovo libro di Maria Novella De Luca e Simonetta Fiori

Storie di donne che hanno cambiato il mondo senza aspettare il permesso di farlo

"Le appassionate": il nuovo libro di Maria Novella De Luca e Simonetta Fiori
fonte immagine: Feltrinelli
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31 Maggio 2025 - 19.34


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È da poco stato pubblicato “Le appassionate”, il nuovo libro delle giornaliste e autrici Maria Novella de Luca e Simonetta Fiori dedicato a dieci protagoniste o, come si legge nella descrizione “storie di chi ha cambiato il mondo senza aspettare il permesso di farlo”.

Edito da Feltrinelli, il libro racconta le donne di diverse generazioni, dagli anni Venti agli anni Novanta, narrate senza nessuna ricostruzione postuma. Tra le protagoniste la partigiana Teresa Vergalli, alla quale sono dedicate le prime pagine del libro e che è scomparsa a 97 anni il 16 maggio 2025, tre giorni dopo l’uscita del volume.

Simonetta Fiori – per tanti anni inviata di ‘Repubblica’ dove continua a scrivere di temi culturali – ha dichiarato all’ANSA: “Nell’ultima testimonianza che ha reso c’era lo sconcerto di un’Italia che va cancellando le parole antifascismo e resistenza. ‘Stiamo perdendo pezzi di libertà’, diceva e alle più giovani raccomandava ‘la democrazia non è una conquista realizzata una volta per tutte. È figlia della Storia. Nasce, tramonta e muore'”

Sempre a proposito di Teresa Vergalli, il cui nome di battaglia era Anuska, la Fiori ha affermato: “Siamo partite da una preoccupazione legata alla perdita dei diritti. Ma non staremo tornando indietro? L’unica rivoluzione in un Paese che non ne ha avute, è stata quella delle donne. La battaglia dei diritti delle donne è iniziata durante la guerra, la Resistenza. Questo spesso si dimentica”

E ancora: “Oltre al suo lavoro di assistenza al partigianato Vergalli diffondeva gli ideali democratici di parità. Andava nelle campagne, tra le contadine analfabete per insegnare i diritti delle donne, per mostrare come si votava.
Era una grandissima donna, coraggiosa, una delle poche partigiane riconosciuta dallo Stato italiano. Non ha potuto vedere il libro finito, ma quando le ho mandato la parte che la riguardava mi ha detto: ‘Ma ci sono solo io? Non ci sono le altre partigiane? Ma non sarà troppo?’ L’umiltà è la cosa che più colpisce nelle storie di tutte queste protagoniste rispetto a quello che hanno fatto”
Ha poi sottolineato che: “Per le donne la scelta del partigianato fu davvero radicale e libera. Oltrepassarono una doppia soglia. La prima era il passaggio dallo spazio privato alla sfera pubblica, la seconda è stata lo sconfinamento in una cosa inventata dagli uomini per gli uomini, la guerra. Senza questo doppio passaggio non avremo avuto l’Italia democratica”

Chiude il volume la storia della sindacalista Hardeep Kaur, 37 anni, nata a Cori, in provincia di Latina, da genitori arrivati dal Punjab. La più giovane è la disegnatrice Fumettibrutti: donna transgender bisessuale di 34 anni, che rappresenta una delle voci più potenti del fumetto italiano. Ci sono poi le storie della giornalista Sandra Bonsanti, tra le prime a raccontare in pubblico la violenza domestica, della casalinga femminista Nunni Miolli, della pioniera della medicina di genere Gaya Spolverato, della psichiatra Giovanna Del Giudice, una delle poche donne che affiancò Basaglia, della rettrice Antonella Polimeni, della madre coraggio Carmen Carollo e della magistrata Gabriella Luccioli.

“Le nostre madri, a cui è dedicato il libro, fanno parte delle grandi madri della cultura democratica. Dai quasi 100 ai 35 anni, siamo partite dalle loro storie, da quello che hanno conquistato”, ha raccontato Maria Novella De Luca, inviata di Repubblica, dove da molti anni si occupa di cronaca e diritti civili.

Prosegue successivamente spiegando: “La magistrata Gabriella Luccioli ha riscritto il diritto e Carmen Carollo, la madre di dj Fabo, ha accompagnato il figlio a morire e affrontato un processo. Fumettibrutti attraverso il racconto del suo dolore incarna problematiche universali: chi sono, cos’è il mio corpo, come posso amare e vivere la mia sessualità? La storia di Hardeep Kaur, che difende gli indiani sfruttati e schiavi dell’agro pontino, chiude questo filo ideale che intreccia le storie, è come se raccogliesse il testimone di Teresa Vergalli. La rettrice Polimeni ha fatto della battaglia delle donne una cifra dell’Università”

Secondo la De Luca Le Appassionate è anche “il racconto di un altro modo di utilizzare il potere. Di aprire le porte per le altre e per gli altri, senza escludere l’emotività. Abbiamo dovuto fare una scelta feroce. Quella raccontata da Nunni Miolli era una storia completamente dimenticata, l’attentato a Radio Città Futura” mentre Fiori conclude dicendo: “Queste donne parlano tutte la stessa lingua. Hanno un vocabolario comune dove le parole sono solidarietà, amore, condivisione, inclusione. Ma la parola centrale è dignità umana”.

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