Daniel Pennac dice addio alla tribù dei Malaussène con il suo ultimo romanzo | Culture
Top

Daniel Pennac dice addio alla tribù dei Malaussène con il suo ultimo romanzo

Con “Capolinea Malaussene” termina un’avventura cominciata quaranta anni fa, dopo sette libri esce oggi in libreria l’ultimo della serie

Daniel Pennac dice addio alla tribù dei Malaussène con il suo ultimo romanzo
After thirty years since his arrival in the library Malaussène Benjamin, the protagonist of the saga of Daniel Pennac, which made the French author famous all over the world, arrives at the cinema with The paradise of the orcs. For the occasion, the writer has walked the red carpet alongside the Capital of the leading actress Melanie Bernier and director Nicolas Bary, accompanied by his partner Jiuliette. The film is already released in France and tomorrow will be in Italian cinemas. To the question "Why did it take more than thirty years?" Pennac replied: "Nicolas (the director) was born while I was writing the novel, I like the idea that while the mother of Nicolas gave birth, I was giving birth my book and thirty years later here we are. "
Preroll

redazione Modifica articolo

28 Marzo 2023 - 13.36


ATF

Da oggi, disponibile in libreria, il nuovo ed ultimo volume della serie Malaussène di Pennac, dove a governare la scena è la seconda generazione della storia. Lo scrittore spiega: “Io ho 40 anni in più e nella saga i figli di Malaussene hanno fatto a loro volta dei figli”. Ci sarà, infatti, un nuovo personaggio, quello del Nonnino “genio del male”, che accompagnerà i giovani protagonisti educandoli al male, creato da Pennac, con un intento ben preciso.

“Nonnino è lo spirito del male della nostra epoca. È un assassino in un’epoca in cui si uccide tanto. Basta vedere i criminali che si sono fatti eleggere negli ultimi anni in modo democratico: in Russia Putin, in Turchia Erdogan, in Brasile Bolsonaro, negli Stati Uniti Trump. Abbiamo una specie di violenza verbale liberata, senza ritegno, che si esprime in nome dei popoli su tutto il pianeta e individualmente i social network sono diventati una forza di denuncia di chiunque nei confronti di chiunque”.

E così ha continuato lo scrittore, che è stato nella sua vita professore in un liceo nella capitale francese: “È tutto questo insieme di cose che io chiamo violenza, alla quale si aggiungono le numerosissime guerre in corso, non soltanto quella in Ucraina, anche in Etiopia, in Eritrea o in Iran dove un governo di maschi ha dichiarato la guerra alle donne o in Afganistan. E nel Mediterraneo dove l’Europa lascia che anneghino gli affamati e gli assetati”.

Il volume Capolinea Malaussene verrà presentato oggi presso la Feltrinelli di Piazza Piemonte, a Milano, con la presenza di Pennac stesso. Il primo libro di questa saga che sta terminando, è stato scritto nel 1983, Il paradiso degli orchi, uscito solo nel 1991. In un’intervista l’autore ha commentato l’addio alla saga di Belleville, dicendo: “Impiego molti anni a scrivere ogni Malaussene, non ho più moltissimo tempo davanti a me e ho anche voglia di scrivere altri libri. E poi la tribù Malaussene nel caso di molti personaggi esiste davvero, vive intorno a me e quindi in realtà non la sto lasciando. È stato il mio figlioccio, che in questo momento vive a casa nostra e sta finendo gli studi, a cominciare a chiamarmi Nonnino per prendermi in giro”.

Il volume appena uscito riprende da dove si era fermato Il caso Malaussene, con i tre cugini Mara, Nange e Sigma, che rapivano l’uomo d’affari Georges Lapietà per fare un'”installazione” spettacolare. Peccato che alcuni veri malviventi decidano a loro volta di rapire Lapietà, e qui entra in gioco la nuova banda e Nonnino. Benjamin o Ben Malaussene, direttore delle Edizioni del Taglione, capro espiatorio professionista sarà l’unico personaggio che rimarrà lo stesso e conserverà la sua identità, che l’autore ha portato avanti da ben sette libri. Ben “continua a lavorare in casa editrice e a essere pagato per prendere le lamentele di tutti gli autori scontenti. E ce ne sono molti nelle case editrici”.

“Uno dei nostri problemi filosofici e politici è che siamo tutti capaci di provare un amore macroscopico nei confronti dell’umanità, ma siamo in troppi a essere incapaci di provare un amore microscopico nei confronti delle persone che ci circondano. Credo che i nostri problemi derivino un po’ da questa sproporzione”, aggiunge Pennac durante l’intervista. E concludendo, alla domanda “Di cosa parlerà il suo nuovo libro?”, ha risposto: “Scriverò un romanzo sul silenzio. È quello di cui abbiamo bisogno oggi. Ho già cominciato a pensarci”.

Native

Articoli correlati