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Gianni Sassi a trent’anni dalla scomparsa: più vivo che mai

Un libro per Gianni Sassi a trent’anni dalla scomparsa, più vivo che mai. A Milano gli viene intestata una via e allestita una mostra.

Gianni Sassi a trent’anni dalla scomparsa: più vivo che mai
Sassi sul treno sonoro di Cage 1978. @Foto di Fabio Emilio Simion
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12 Marzo 2023 - 10.18 Globalist.it


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di Giordano Casiraghi

È l’anno di maggiori iniziative che riguarderanno Gianni Sassi, a trent’anni dalla scomparsa. Sassi è stato uno dei personaggi più importanti del secolo scorso in fatto di musica, discografia, immagine, letteratura e organizzazione di manifestazioni. Sassi verrà ricordato dal Comune di Milano con l’intestazione di una via nel nuovo quartiere City Life, inoltre sempre con il patrocinio del Comune di Milano dopo l’estate verrà allestita una mostra su tutto quello che ha realizzato. Mostra che resterà aperta per almeno tre mesi. Con tutto quello che bolle in pentola nel nome di Gianni Sassi non poteva mancare la pubblicazione di un libro come «Gianni Sassi la Cramps & altri racconti» di Giordano Casiraghi (Arcana, 248 pag. 17,50€) al quale abbiamo rivolto alcune domande.  

Un libro su uno dei personaggi più importanti della cultura italiana scomparso esattamente trent’anni fa. Perché un libro su Gianni Sassi ?

Intanto non è il primo, ne conosco altri tre. Gianni Sassi ha sempre attirato la mia curiosità di giornalista e appassionato di musica alternativa ed era per me logico seguire tutto quello che il suo estro artistico produceva. Scomparso a soli 55 anni Sassi avrebbe potuto incidere ancor più nella vita artistica e letteraria. Il suo campo d’azione partiva da Milano ma l’Italia intera ne seguiva le sue gesta, e non solo l’Italia visto che soprattutto le pubblicazioni discografiche come Cramps avevano un’eco internazionale. Per quanto mi riguarda ho capito che potevo dare corso a un vero e proprio libro di Gianni Sassi quando nel 2019 stavo raccogliendo materiale per il mio libro «Cose dell’altro suono» uscito sempre per Arcana nel 2020. Un libro composto da dieci capitoli, dai Beatles a Jimi Hendrix, da Claudio Rocchi a Demetrio Stratos, ma anche da John Cage a Karlheinz Stockhausen. Doveva finirci anche il capitolo Gianni Sassi e già allora comincio a raccogliere interviste con persone che hanno collaborato con lui. Gran parte dello scorso anno l’ho passato a completare il materiale per consegnare il tutto a fine novembre dello scorso anno. 

Come hai suddiviso il libro, che capitoli contiene, cosa mette a fuoco del percorso di Gianni Sassi?

C’è una partenza che mi ha preso il maggior tempo, il primo capitolo. C’era da ricostruire un periodo che ormai è lontano da ricordare. Come per ogni mio libro non sono andato a setacciare il web alla ricerca di notizie da ricostruire o peggio fare dei copia e incolla. Non è mai stato il mio stile. Per le varie enciclopedie sulla canzone italiana a cui ho partecipato dai primi anni Novanta non ho mai cercato notizie nel web, anche perché risultano insidiosamente sbagliate in tanti casi. Ho preferito consultare un mio archivio fatto di comunicati stampa, libri, dischi, riviste. Così ho tracciato un inizio dell’attività di Gianni Sassi, collegandola alle persone che hanno dato vita all’agenzia Al.Sa. che ha dato i primi risultati nel campo della pubblicità. Ho fatto in tempo a intervistare Sergio Albergoni, il suo primo e più importante socio d’affari, poi ho rintracciato sua moglie Sandra Gasparinetti e perfino Paola Pitagora che con Sassi e Albergoni ha avuto una breve ma intensa collaborazione per la pubblicità di Polistil. 

Mi chiedevi dei capitoli. Ci sono quelli su «La Gola, «Alfabeta», Milano Poesia la rassegna di teatro poesia musica e immagine andata in scena per una decina d’anni, ovviamente della Cramps, la casa discografica che Sassi ha fondato.

Hai citato Cramps, com’è che Gianni Sassi si interessa di musica, essendo lui essenzialmente un creatore di immagini?

Arti grafiche che confinano con forme artistiche di vario tipo. Il primo episodio è quello che vede Gianni Sassi occuparsi di realizzare la copertina del disco «Terra in bocca» dei Giganti, un gruppo conosciuto negli anni Sessanta per essere stato anche al Festival di Sanremo e aver realizzato canzoni di successo come «Tema» e «Proposta». Successivamente Gianni Sassi e Sergio Albergoni vengono chiamati a occuparsi della gran parte delle pubblicazioni discografiche della nascente etichetta discografica Bla Bla di Pino Massara. Il primo dei lavori è quello che riguarda il lancio del gruppo Osage Tribe di cui fanno parte Callero, Cucciolo e Zoccheddu e perfino Franco Battiato che ne è stato l’ispiratore. Proprio con l’intenzione di creare immagini da fornire ai giornali a supporto della pubblicazione discografica, Sassi convoca il gruppo negli uffici Al.Sa. di Milano e li mette a sedere su un divano Busnelli. Credo che Sassi mentre sta creando il set fotografico si accorge che uno del gruppo prende naturalmente la scena, è Battiato. L’obiettivo è su di lui e vengono fuori gli scatti che oggi tutti conoscono, ovvero Battiato con il viso dipinto di bianco che chiede: «Che c’è da guardare, non avete mai visto un divano?». 

Il lavoro dell’immagine che arriva a coronare un prodotto discografico. Possiamo credere che Gianni Sassi si è avvicinato a quel mondo e ha voluto approfondire ogni curiosità fondando una vera e propria etichetta discografica.

Stiamo parlando di Cramps, un’etichetta che farà esordire Eugenio Finardi, Alberto Camerini e soprattutto Area. Che spazio prende nel libro?

Molto spazio, Cramps è anche nel titolo del libro. Ho raccolto interventi di componenti degli Area, di Finardi, di Gigi Venegoni e Furio Chirico degli Arti & Mestieri. Oltre agli interventi ho fatto un elenco di tutti i titoli pubblicati dedicandogli una piccola presentazione per ciascun titolo. Come anche ho dedicato molto spazio alle collane di musica contemporanea, la Diverso e Nova Musicha. 

Poi però pare che Gianni Sassi si scosta dal mondo della musica, quando?

Quando scompare Demetrio Stratos, nel giugno 1979. Era il suo gioiello. È stato un colpo durissimo e da allora Sassi si dedicherà alla rivista «Alfabeta» e poi «La Gola». Sassi che organizza quel grande concerto all’Arena Civica di Milano per sostenere Stratos. Per parte mia ho organizzato l’ultimo concerto di Demetrio Stratos al Teatrino della Villa Reale di Monza il 30 marzo 1979. Proprio incontrando Gianni Sassi qualche mese dopo gli avevo consigliato di adoperarsi per recuperare la ripresa video di un concerto più unico che raro di Stratos andato in onda a fine inverno del 1979 sul canale TRM2, rete appartenente al Partito Comunista. Purtroppo la ripresa video non è stata recuperata.

Nel libro anche materiale fotografico e, per ultimo, la copertina sembra realizzata dallo stesso Gianni Sassi. Di che si tratta?

Mi fa piacere che l’hai notato. Trattasi di una copertina che l’amico Francesco Messina mi ha inviato lasciandomi a bocca aperta. Ne sono rimasto meravigliato e credo che sia il miglior omaggio  allo stesso Sassi. Ha usato i vari caratteri che lui amava per confezionare le copertine dei dischi, in più ha ripreso la cornice rossa che caratterizzava la collana Diverso. Va ricordato che Messina è l’autore del disco «Prati bagnati del Monte Analogo» pubblicato dalla Cramps di Gianni Sassi nel 1979. Il materiale fotografico è stato fornito dall’archivio di Fabio Emilio Simion che è stato il fotografo preferito di Gianni Sassi. Scatti inediti tratti da varie situazioni promosse da Sassi, dall’happening Pollution di Bologna al treno sonoro di John Cage. 

Presenterai il libro da qualche parte?

La prima proprio alla Galleria Mudima di Gino Di Maggio che è stato sodale e amico di Sassi fin dagli anni Sessanta. Pensa che nel libro ho inserito una foto che mi ritrae con Gino Di Maggio, una foto del 1977, nel mezzo tra noi due c’è John Cage. Ero lì e non mi sembra vero. La presentazione è stata fatta giovedì 9 febbraio alle 18 con la presenza di numerosi intellettuali, letterati, musicisti, collaboratori e perfino la moglie Sandra Gasparinetti. Erano presenti e la maggior parte è stata invitata a prendere parola Alberto Capatti (direttore della rivista La Gola), Aldo Colonetti (collaboratore di Alfabeta e prossimo curatore della mostra di Gianni Sassi a Milano), Ivan Cattaneo, Peppo Delconte, Faycal Zaouali, Francesco Schianchi, Riccardo Sgarbi, Donella Del Monaco, Alfredo Tisocco, Viviana Bucci, Monica Palla, Riccardo Sgarbi, Andrea Tich, Massimo Albergoni, Silvia Lelli, Eugenio Finardi.

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