Due over 80 traducono l’Iliade in milanese: "Con i versi abbiamo sconfitto la noia del lockdown" | Culture
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Due over 80 traducono l’Iliade in milanese: "Con i versi abbiamo sconfitto la noia del lockdown"

Ecco l’impresa degli studiosi Walter Moneta e Claudio Brambilla, che avevano già tradotto in dialetto meneghino l’"Odissea"

Due over 80 traducono l’Iliade in milanese: "Con i versi abbiamo sconfitto la noia del lockdown"
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1 Gennaio 2021 - 21.27


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“Come abbia fatto Omero a scrivere tutto da solo, proprio non lo so” commenta Walter Moneta, 81enne di Trezzano sul Naviglio (Milano), mentre racconta i cinque anni di lavoro che lo hanno portato, insieme al collega e coetaneo Claudio Brambilla, a tradurre interamente le opere omeriche “Iliade” e “Odissea”.
I due pensionati si sono conosciuti alle superiori presso l’istituto commerciale milanese Moreschi, dopodiché Moneta ha lavorato per quarant’anni in ambito tecnico commerciale e Brambilla è stato top manager di multinazionali farmaceutiche. Due uomini di calcoli, ben lontano dal mondo del greco antico.
Dopo la pensione però, hanno entrambi riscoperto la passione per le lingue: Moneta ha deciso di dedicarsi al dialetto meneghino, iscrivendosi a un corso di grammatica in un circolo filologico e ha vinto vari concorsi di poesia in milanese, mentre Brambilla ha intrapreso lo studio del greco antico, prima da autodidatta, poi alla Scuola civica di Milano e infine all’Università Cattolica, seguendo i corsi e frequentando per un ventennio i seminari omerici tenuti dal professor Mario Cantilena.
Poi “una decina di anni fa la rimpatriata -racconta Moneta-, rievocando i tempi della vita scolastica, e parlando delle nostre vite lavorative e famigliari, degli hobby da pensionati”. Da qui l’idea di unire la passione per il greco e per il dialetto in un’epica impresa di traduzione delle opere omeriche. Uno traduceva dal greco all’italiano, l’altro dall’italiano al milanese. Infine Brambilla, “incredibilmente preciso”, controllava che la traduzione di Moneta in dialetto corrispondesse effettivamente ai versi
originali. Dopo soli due anni è nata l’Odissea, il poema più giovane, quello del ritorno di Ulisse ad Itaca: 24 libri, 12mila versi. Poi l’Iliade, ben più difficile e spigolosa, “non finisce più” ha ironizzato Moneta.
Eppure i due amici ce l’hanno fatta, riuscendo anche a distrarsi nei mesi difficili del lockdown. Il libro, dal titolo “L’Iliade in milanes”, è composto da oltre 15mila versi divisi in 24 libri, con tanto di glossario finale, ed è stato pubblicato dalla casa editrice ‘Il mio libro’. 
La difficoltà maggiore è stata quella di tradurre le numerose similitudini tipiche di Omero: nel racconto dell’assedio di Troia ammontano a 180 e renderle in milanese ha messo alla prova la loro fantasia. Tuttavia, sono riusciti pazientemente a non perderne il senso originario; un lavoro “certosino, vi assicuro”, rivendica Brambilla, “Forse un’impresa da svitati o, per dirla tra noi, da ‘foeura de coo’ (fuori di testa)”. 
Il loro è solo un inno al continuo miglioramento e allo studio come compagno della pensione, ma è anche un messaggio per “Parlare ai giovani, che magari, attratti dal titolo, potranno impratichirsi e leggere poi autori nostrani come Carlo Porta”.
Pensando alla prossima impresa invece, anticipano di aver gia’ escluso l’Eneide: “In milanese purtroppo è già stata tradotta”. Bisognerà quindi pensare a qualcos’altro.

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