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"Il mondo in cifre 2021": un libro tascabile utilissimo per capire

È il frutto della ricerca del settimanale The Economist con i dati che riguardano 180 paesi. L’edizione italiana è stata curata da Alberto Notarbartolo, Francesca Truscelli e Pasquale Cavorsi

"Il mondo in cifre 2021": un libro tascabile utilissimo per capire
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Sonia Boldrini Modifica articolo

26 Dicembre 2020 - 17.12


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Non è un libro, è una droga, vi avvisiamo, dà dipendenza.
“Il mondo in cifre 2021”  (Edito Internazionale,pgg. 256, euro 10,00, titolo originale “Pocket World in Figures 2021 Edition”) è il frutto della ricerca del settimanale inglese The Economist, da quasi 30 anni, e oggi raccoglie dati su 180 paesi.
L’edizione italiana, curata da Alberto Notarbartolo, Francesca Truscelli e Pasquale Cavorsi, è in edicola con “Internazionale”, come avviene ormai da anni, con le seguenti voci: geografia e demografia, impresa, finanza ed economia, politica e società, sanità e stato sociale, cultura e intrattenimento.

È un libro tascabile utilissimo per capire a che punto è il mondo. E, per molti di noi, un modo per spostare il centro del mondo un po’ più in là dell’ “ombelico” nazionale o, più in generale, occidentale. Cina e Stati Uniti sono in testa a molte delle classifiche presenti nel libro, spesso insieme a India, Hong Kong e Singapore, ma non a tutte. L’Africa si prende le prime posizioni solo quando la scala dei valori si capovolge e le classifiche sono quelle di povertà, malattie e speranza di vita, ma, anche in questo caso, con molte differenze al suo interno. L’Europa, poi, i numeri parlano chiaro, ha molte maggiori possibilità quando si misura con gli altri sullo scenario internazionale tutta insieme come “zona euro” piuttosto che come singoli paesi, come leader del commercio mondiale, per esempio. C’è poi un cuore dell’Europa piccolo, vecchio, non UE e ricco che si prende la scena negli indicatori finanziari come il PIL pro capite (Principato di Monaco, Liechtenstein, Lussemburgo, Svizzera). E tutti gli sforzi e le contraddizioni dell’America Latina.

Ci sono anche molte sorprese. Il paese con una percentuale maggiore di parlamentari donne (come % totale dei seggi) è il Ruanda (61,3%) e quello con la maggiore % di iscritti alle scuole elementari (sulle relative classi anagrafiche) è il Madagascar (143%). La nazione che fa registrare la maggiore percentuale di perdite al gioco (in dollari per adulto) è l’Australia. I paesi in testa alla graduatoria per mortalità sono tutti slavi, a partire dalla Bulgaria fino al 13° posto, con la sola eccezione del sudafricano Lesotho.
Il libro include dettagliati profili statistici di più di 75 paesi tra le maggiori economie mondiali, e alcuni grafici. La novità finale è un avvincente quiz, che potrebbe degnamente sostituire la tombola o il Monopoli in questi giorni di festa e di attesa dell’anno nuovo. Chi sa qual è il paese in cui si consuma più birra pro capite? E quello che paga(va) di più il biglietto del cinema?

È un libro da leggere in qua e in là, essendo composto da singole schede, per curiosità. Ma può risultare particolarmente utile per smontare tanti dei luoghi comuni o delle fake news che si rincorrono e ci rincorrono in tv, sui media, nelle parole dei politici. E che, forse, non sarebbe male che gli insegnanti portassero nelle classi per aiutare gli studenti a leggere il mondo. L’Italia, che non figura tra i 20 paesi al mondo con il maggior numero di rifugiati (unici paesi europei in classifica la Germania e la Francia, rispettivamente al quinto e quindicesimo posto), è ottava tra quelli che spendono di più per ricerca e sviluppo ed è presente nelle classifiche di quelli con crescita economica e crescita dei servizi più deboli, seconda europea dopo la Grecia.
Il glossario finale fornisce informazioni utili per capire come sono stati calcolati gli indicatori. Molte informazioni e il test sui dati, il factquest, sono disponibili, in versione inglese, anche sul sito web di The economist.

La pandemia in corso è destinata a modificare questi numeri, evidentemente. Ma quanto e quali? Attendiamo con ansia l’edizione 2022.

Clicca qui per il sito web di The economist

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