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L’esercizio del dubbio nel romanzo di Carofiglio, secondo allo Strega

“Complimenti a Veronesi”. Lo scrittore era finalista con “La misura del tempo” con Gurrieri protagonista. In libreria anche la raccolta di racconti aggiornata “Non esiste saggezza”

L’esercizio del dubbio nel romanzo di Carofiglio, secondo allo Strega
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3 Luglio 2020 - 19.32


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Il secondo posto è considerato spesso il più scomodo, in una graduatoria. Si ricorda sempre chi vince, non il secondo. Non è sempre vero, perché tanti, a distanza di decenni, ricordano bene Felice Gimondi che spesso arrivava dietro Eddy Merckx, a ogni modo Gianrico Carofiglio è stato in fondo l’unico contendente, in termini di voti, della vittoria di Sandro Veronesi del premio Strega, pur distanziato di 68 voti con i suoi 132 rispetto ai 200 dell’autore de Il Colibrì (clicca qui per la notizia). Carofiglio era in lizza con il suo romanzo La misura del tempo (Einaudi, pp. 288, € 18,00) e ha commentato all’Adnkronos: “È mia abitudine, quando si perde, fare i complimenti a chi ha vinto. Complimenti quindi a Sandro Veronesi e alla casa editrice La Nave di Teseo”.

Il romanzo vede tornare l’avvocato Guido Guerrieri come protagonista delle pagine dello scrittore barese, ex magistrato e transitato dall’agone politico, 59enne. Il legale accetta di difendere nel processo d’appello il figlio di una donna di cui si era innamorato da giovane, nel 1987, in una relazione che lo aveva lasciato ferito o forse più consapevole. Ventisette anni dopo lei, spaventata, a corto di soldi, gli chiede di occuparsi del caso, in apparenza deciso: Iacopo, il figlio della donna, in primo grado è stato condannato per l’omicidio di uno spacciatore. Segue una narrazione dove, avverte lo stesso autore tramite la casa editrice e i recensori confermano, Carofiglio dissemina la narrazione di dubbi in un periodo dove tanti vogliono certezze granitiche.

In parallelo sempre Carofiglio vede in libreria una nuova edizione, “definitiva” e con due racconti in più, della raccolta uscita nel 2010 Non esiste saggezza (Einaudi, pp. 224, € 16,00). Qui il titolo prende le mosse da una poesia della poetessa russa Anna Achmatova (1889-1966):

Il nostro sacro mestiere
esiste da millenni.
Con lui al mondo non occorre luce:
ma nessun poeta ha detto ancora
che la saggezza non esiste,
che non esiste la vecchiezza,
e forse nemmeno la morte.

Il brano non è in esergo al libro: è in un libro dalla copertina rossa (forse edito anni fa da Nuova Accademia?) che il protagonista del racconto vede in mano a una ragazza di fronte a sé all’aeroporto di Amsterdam e che gli ricorda come sua madre, morta quando aveva 14 anni, gli leggesse quel libro da piccolo. Da quel libro scatta un incontro.

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