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Staino: «Il mio Jesus su “Avvenire” ha scatenato anche attacchi al Papa»

Il fumettista (ateo) ha raccolto in volume le sue tavole su Gesù migrante e contro le ingiustizie: «Le ha pubblicate anche il giornale diretto da Tarquinio, ma sono partite le polemiche»

Staino: «Il mio Jesus su “Avvenire” ha scatenato anche attacchi al Papa»
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24 Dicembre 2019 - 12.10


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Gesù a fumetti nella mano di Sergio Staino è più di un tipo in gamba: è coraggioso e non accetta le ingiustizie e soprusi per quanto si sorprenda sempre per le incongruenze del genere umano. Si chiama Jesus, canta Imagine di John Lennon, telefona dal cellulare al suo autore per sapere perché la sua striscia quotidiana non è stata pubblicata, da giovane ribelle preoccupa la mamma perché ha la fissa di andarsene nel deserto; questo Jesus pacifista rimane sconcertato nel vedere carri armati tedeschi dell’esercito turco mentre va a massacrare i curdi e l’Europa osserva preoccupata. Jesus ha un certo Peter come amico, è un buono che accoglie e agisce, ha solo la «piccola mania» di sentirsi figlio di Dio. Con Hello, Jesus! (Giunti, pp. 144, € 18,00, introduzione di Morgan) il creatore di Bobo raccoglie in volume le sue tavole su un personaggio alle prese con le debolezze dell’umanità e con le ingiustizie dove Giuseppe il falegname ha le sembianze di Bobo, Maria quelle della moglie Bruna.
Voce critica della sinistra in un arco di testate dalla Stampa al Venerdì a naturalmente l’Unità, tra l’altro diretta nell’ultimo anno del quotidiano di Gramsci dal 2016 al 2017, dalla sua Scandicci risponde Staino, ateo dichiarato che con il suo personaggio ispirato alle sacre scritture è sbarcato anche su Avvenire, il giornale diretto dal 2009 da Marco Tarquinio.

Un Gesù di sinistra firmato Staino sul quotidiano dei vescovi? Fa una certa impressione, un simile approdo …
Avvenire è arrivato dopo. Jesus era un’idea di tanti anni fa, le prime tavole sono di almeno dieci – dodici fa. Quando diventai direttore dell’Unità, nel settembre 2016, dovetti lasciare i posti dove lavoravo, Repubblica, il Corriere … E nell’editoria di oggi se lasci un posto di lavoro non lo recuperi. Nello smarrimento dopo la chiusura (3 giugno 2017, ndr) ripresi Jesus, forse con più coscienza e maturità perché nel frattempo si erano rafforzati alcuni segnali molto forti di populismo cattivo, il “vaffa” di Grillo e la crescita degli atteggiamenti di antipolitica. Allora riportare in scena un buonista come Cristo mi divertiva tantissimo e mi interessava costruire una figura storicamente interessante, al di là del suo essere religiosamente emblematica, con il suo impegno amoroso verso la società e contro i mali della società. Dopo qualche sondaggio tra amici mi sono rivolto ad alcuni giornali e un paio di risposte sono state molto significative per dire di certo conformismo della nostra stampa: rispondevano che le strisce erano belle e divertenti, però qui si scherza con i fanti e lascia stare i santi.

E Avvenire allora?
Avvenire è arrivato quasi come provocazione. Mi sono chiesto: come è possibile che Gesù non possa assurgere a commento dei fatti in una storia quotidiana sull’organo di santi? In realtà l’Avvenire di Tarquinio è molto attento ai temi delle sofferenze del mondo, racconta situazioni non legate solo al nostro orticello, è un bel giornale. Inaspettatamente Tarquinio mi fece una telefonata entusiasta, disse che il materiale era bello.

Da ottobre 2017 a ottobre 2018, poi la collaborazione è finita.
Quando siamo partiti sono cominciate le precauzioni. Ho iniziato a parlare dei migranti, erano i giorni della propaganda di Salvini con parole d’ordine come “l’invasione”. Io prendo anche in giro figure del Vangelo umanizzandole molto in forma ironica ma volendo loro bene, con un Gesù che partecipava a quel dramma. Queste tematiche hanno preso la mano nel senso che la presenza del mio Cristo su Avvenire ha scatenato attacchi, offese e polemiche ancora prima di vedere le storie. Belpietro a “Piazza pulita”, pur non avendo visto nemmeno una vignetta, fece un attacco durissimo in tv contro l’idea stessa di portare Gesù sul piano terreno con la sua famiglia.

Gesù è un uomo?
Certo, è un fatto storico. Nelle tavole accenno a legami extraterreni ma il mio è quel Gesù che ho sempre ammirato fin da bambino: la storia terrena era la parte più bella e mi è rimasta dentro. Vado spesso nelle scuole, quasi sempre si arriva a parlare di religione e qualcuno confonde la voglia di far satira con un attacco in termini duri verso la divinità. Lì fermo gli studenti: non buttate via Gesù bambino con l’acqua sporca. Se lasciate la sua piccola mania di credersi figlio di Dio è perfetto e lo si ammira molto. D’altronde chi di noi non ha manie? L’importante è che non alterino la volontà di pace, di incontro e solidarietà.

Ai ragazzi come parla questo Gesù? Il libro va oltre la dimensione del giornale quotidiano.
Vorrei vederlo anche io così. Il libro ha quasi un andamento letterario. Spero tanto che i ragazzi riescano a trovare un vocabolario in comune. Il problema è verso l’intera società ma con i giovani è più grosso: è la conoscenza della nostra storia e della storia cristiana.

Questo Jesus affronta una società indifferente e incattivita?
Certo ha preso campo un’ideologia politica che considera il tuo vicino, soprattutto se ha minimi vantaggi economici, come un opportunista o un nemico.

Ma se uno fa il furbo non viene ammirato?
Sì, è accaduto dopo Enrico Berlinguer: i socialisti dicevano che era meglio essere capaci e ladri che incapaci e buoni così partì questa apertura verso i rampanti più cinici

Con Papa Francesco Jesus come si intende?
Con l’attuale Papa Jesus va abbastanza d’accordo. Ci dividono dalla struttura religiosa vaticana problemi culturali grossi come montagne mentre altri ci accomunano: è importantissimo il dialogo sulla lotta alla sofferenza del mondo e contro il capitalismo e il profitto come elemento fondamentale di creazione di ingiustizie. Altre cose egualmente importanti ci dividono, come i diritti civili, l’etica della vita e la loro lotta sulle droghe, ma ora non importa dividersi su questo. Al riguardo, è interessante vedere cosa è accaduto dal primo giorno in cui ho iniziato a pubblicare su Avvenire. Ho ricevuto centinaia di mail: molte erano entusiaste, mentre le critiche più feroci contro le mie strisce erano dirette principalmente verso Papa Francesco che permetteva simili pubblicazioni.

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