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Lawrence Ferlinghetti, poeta 99enne contro le ingiustizie

Tradotta da noi l'antologia "Greatest poems": un autore dalla fervida immaginazione beat e oltre la cultura beat

Lawrence Ferlinghetti, poeta 99enne contro le ingiustizie
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6 Ottobre 2018 - 21.44


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“Fui concepito nell’estate del millenovecentodiciotto / mentre era in corso una qualche guerra / ma non impedì a due persone / di fare all’amore a Ossining quell’anno”. È l’inizio della poesia “Confessionale vera” di Lawrence Ferlinghetti contenuta in “Greatest poems”, antologia pubblicata dalla eccelsa collana dello Specchio dalla versione originale del 2018 (Mondadori, 328 pp, 22 euro, a cura di Nancy J. Peters, traduzione di Leopoldo Carra), e che dà il timbro di un carattere di questo poeta – editore – librario troppo variegato per ingabbiarlo soltanto nel canone della cultura Beat, per quanto ne sia stato uno dei maggiori esponenti. Ne dà il timbro perché riduce con ironia spavalda il conflitto mondiale a “una qualche guerra” neppure in grado di far generare lui, figlio che nascerà a New York nel 1919.
Alla soglia dei cent’anni, figlio di padre bresciano morto poco prima della sua venuta al mondo, Ferlinghetti ha seguito il farsi di questa antologia di una vita sempre aperta verso l’Europa. L’editore che con la sua casa editrice di San Francisco City Lights nel 1956 pubblicò “L’urlo” di Allen Ginsberg finendo sotto processo per oscenità insieme all’autore va ben oltre appunto i confini beatnik sopravvissuto agli amici e compagni di viaggio letterario come Kerouac. “Ne esce un poeta sorprendentemente nitido e rigoroso dal punto di vista espressivo, sempre molto concentrato nell’esercizio della propria lingua poetica e nell’approfondimento del proprio immaginario”, appunta il critico della Lettura Roberto Galaverni nella sua recensione.
” Greatest Poems”, titolo che rimanda volutamente ai “greatest hits” del rock e del pop, riprende testi dalla prima raccolta del 1955 “Pictures of the Gone World” in su. Un poeta che ha mantenuta alta l’attenzione su ingiustizie, torti, anche partendo da spunti leggeri come – riferisce sempre Galaverni – arriva dal baseball alle disparità tra bianchi e neri negli Stati Uniti. Con una buona vena di ironia e humour, la libertà, il pacifismo, la difesa dell’ambiente filtrano in testi che non sono e non vogliono essere però troppo ideologici. Tant’è vero che il traduttore individua un tratto forte della sua poesia “nell’apparente semplicità di certi versi, nella loro disponibilità giocosa, nel loro contatto vivo e ininterrotto con i sentimenti della gente comune”.

 

 

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