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Addio a Guido Ceronetti, poeta, traduttore e genio

Era uno degli autori più eruditi del nostro tempo. Dichiaratamente conservatore, irregolare, aveva creato un suo teatro delle marionette. Aveva 91 anni

Addio a Guido Ceronetti, poeta, traduttore e genio
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13 Settembre 2018 - 11.42


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Se n’è andato per una broncopolmonite Guido Ceronetti, poeta, scrittore, drammaturgo, autore di un teatro delle marionette fantasioso, traduttore tra i più efficaci, uno dei più profondi conoscitori della cultura e del pensiero classico, pensatore, autore di aforismi, polemista. Aveva appena compiuto 91 anni il 24 agosto scorso. È morto a Cetona, in provincia di Siena. Era nato a Torino nel 1927, era una delle poche figure dotate di un’erudizione profonda e sterminata. Ha scritto per anni per la Stampa.
Con Adelphi, che ne dà notizia, nel 2017 aveva pubblicato pochi mesi fa le sue nuove traduzioni dalle “Odi” di Ovidio. Dichiaratamente conservatore e poco incasellabile, Ceronetti è uno dei pochi scrittori italiani di destra davvero geniali. Dal 2009 viveva grazie alla Bacchelli, la legge che assegna un assegno a figure che si sono distinte nel loro campo artistico e intellettuale ma che economicamente se la passano male.

“Godi oggi la luce”. Così Ceronetti traduce Orazio

Tra i suoi aforismi che il web rilancia, uno si attaglia al suo carattere di bastian contrario o, meglio, di intellettuale avverso a ogni conformismo: “La misoginia è figlia del mistero. Al contrario, la misantropia è figlia della conoscenza: più si conoscono gli uomini, più si è misantropi. Ma il buon misantropo non fa distinzione di sesso: l’uomo, nelle due versioni proposte dal Creatore, non gli piace”.

L’attività di traduttore è stata per Ceronetti centrale. Catullo, Marziale, Orazio appunto, Giovanale dal latino, e invitava i lettori a leggere in originale, non a leggere Ceronetti. Riteneva la conoscenza del latino determinante, soprattutto per la classe dirigente, e faceva un confronto: i vertici politici della prima Repubblica conoscevano la lingua dei romani, oggi no e se non conosci il latino non dici verità perché riteneva quella la lingua fondante della “patria”. Infatti criticava la Chiesa che era passata dal celebrare le funzioni latino all’italiano. Ha tradotto estesamente dall’ebraico antico i Salmi, il Cantico dei Cantici, il Qohèlet, i Libri di Giobbe e di Isaia e, dal greco moderno, un poeta come Kavafis.

Altra esperienza cruciale e al di fuori dei circuiti ufficiali: il Teatro dei Sensibili, un teatro delle marionette che creò nel 1970 con la moglie e solo dopo averlo rappresentato per anni in casa, per amici e conoscenti, divenne uno spettacolo portato in giro in pubblico.

Va ricordato che ha assunto posizioni anche  posizioni discutibili. Era contro l’immigrazione (lo ha detto anche di recente). Inaccettabile invece quando definì il criminale nazista Erich Priebke, condannato all’ergastolo per il massacro delle Fosse Ardeatine a Roma, “un essere umano, non un mostro, vittima di una giustizia dell’odio”. Un essere umano certo, una vittima niente affatto, è stato un carnefice e non si è mai pentito. Ma per Ceronetti quella strage avvenne perché “prima della rappresaglia – disse al Fatto Quotidiano – c’era stato un atto terroristico dei gappisti, voluto dal Pci che voleva indurre i romani a insorgere”. Non è così: c’erano i nazisti che occupavano buona parte dell’Italia e c’erano i partigiani che conducevano la Resistenza. La quale ha contribuito in modo decisivo alla vittoria militare delle forze alleate contro la dittatura di Hitler e Mussolini. Allo stesso tempo aveva manifestato, negli anni più recenti, simpatia e stima per Barack Obama. Le contraddizioni non lo spaventavano affatto, anzi. Non sopportava il “politicamente corretto”.
Vegetariano, Ceronetti aveva guardato con interesse ai Radicali negli anni scorsi. Attraversato da un senso del tragico profondo nell’esistenza, e dotato peraltro di un umorismo affilato, tra i suoi ultimi titoli si possono citare i volumi di aforismi “L’occhio del barbagianni” del 2014 e “Tragico tascabile” del 2015, entrambi usciti per Adelphi. Per la sua produzione poetica, “Compassioni e disperazioni. Tutte le poesie (1946-1986)” uscì per Einaudi nel 1987.

 

 

 

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