Questa è una delle esercitazioni svolte dalle studentesse e dagli studenti che stanno frequentando il Laboratorio di giornalismo, tenuto dal Professore Maurizio Boldrini. Sono da considerarsi, per l’appunto, come esercitazioni e non come veri articoli.
di Giammarco Maestrini
Dalle prime ore di questa mattina, 27 novembre 2024, è scattato il cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah. È proprio questo l’impegno intrapreso da entrambe le parti per porre fine agli incessanti combattimenti che da più di un anno seminano caos e panico sul territorio dei rispettivi Stati. La tregua, chiaramente, dovrebbe garantire pace tra i due popoli ed avere l’obiettivo di interrompere quei dolorosi conflitti a fuoco che hanno causato la morte di migliaia di persone. Per altrettante migliaia, la guerra ha significato invece l’abbandono delle proprie abitazioni.
Nonostante la sospensione delle attività belliche contro Hezbollah, l’Esercito israeliano ha comunicato che saranno mantenuti schieramenti militari nei territori meridionali del Libano e si è raccomandato con i civili evacuati della zona di evitare di ritornare nelle proprie case. “Per la salvaguardia della vostra incolumità e delle vostre famiglie – ha dichiarato il portavoce dell’Idf – vi informeremo noi quando sarà sicuro ritornare”.
Episodi di ostilità si sono verificati fino a poche ore prima dell’ordinanza, con Israele che aveva ordinato lo sgombero di due edifici a sud di Beirut e, dall’altra parte, con l’organizzazione sciita libanese protagonista di un attacco aereo a Tel Aviv alla residenza del capo dell’Aeronautica israeliana, Tomar Bar.
Come da accordi stabiliti tra i due Stati, il piano del cessate il fuoco si sviluppa in 3 fasi principali: una tregua iniziale, con il ritiro di Hezbollah a nord del fiume Litani; il ritiro completo delle truppe israeliane dal sud del Libano nell’arco di 60 giorni; i negoziati tra i due Paesi per indicare i nuovi confini.
Come riporta il New York Times, incontenibile la gioia delle persone che per festeggiare, a Beirut, si è ritrovata nelle strade della città. Un gruppo di persone hanno persino esploso in aria alcuni colpi di arma da fuoco in segno celebrativo. Se da un lato della città prevale l’orgoglio e l’entusiasmo, in alcuni quartieri restano però visibili i segni che la guerra si porta dietro, come colonne di fumo che si innalzano fino al cielo e riportano alla mente i ricordi degli attacchi israeliani – anche se di minore intensità – avvenuti nelle giornate precedenti.
In merito alla vicenda sulla tregua non si è fatto attendere anche un commento da parte di un delegato di Hamas, che si è dimostrato felice per l’alleato Hezbollah e ha lasciato intendere la volontà di instaurare un clima di collaborazione con Israele affinché la stessa cosa si verifichi a Gaza.