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Quando l'abito non fa la musica

Lo stile minimal di un artista da molti anni attivo nella scena indie non è passato inosservato nel corso della puntata radiofonica “Finalmente Sanremo, Finalmente Cristiano Malgioglio”, perché le note della sua canzone d’amore valgono più del look

Quando l'abito non fa la musica
Giovanni Truppi durante la sua esibizione musicale
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2 Febbraio 2022 - 23.42


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di Giuseppe Rizza
«Quando il brano è meraviglioso non occorre un outfit da urlo per strabiliare il pubblico». È questo il commento a caldo di Federica Gentile, conduttrice dell’emittente radiofonica RTL 102.5, dopo la performance canora di Giovanni Truppi, tra i primi a esibirsi nel corso della seconda serata del Festival di Sanremo. Per la serie l’apparenza inganna, ma la sostanza conta.

Anche Cristiano Malgioglio, sulla scia della speaker radiofonica romana, ha usato parole al miele nei riguardi del cantautore napoletano e ha subito lanciato un quesito in diretta, chiedendo ai suoi compagni di viaggio e ai radioascoltatori con quale abito lo immaginerebbero sul palco dell’Ariston. D’altronde lo si conosce: uomo da sempre molto sensibile, oltre che amante del fashion e della provocazione.

Hanno poi proseguito la riflessione leggendo le prime due strofe e soffermandosi sulla vocazione poetica del testo, che «ricorda i celebri autori francesi» secondo Malgioglio e «il grande cantautorato italiano» a detta della Gentile. Un brano che condensa tutti gli elementi della scrittura dell’artista partenopeo, all’insegna di un linguaggio universale e una metrica ricercata.

Giovanni Truppi, classe ’91, potrebbe rappresentare una delle intuizioni più geniali del panorama indie da parte di Amadeus. Per il suo esordio nella kermesse musicale sanremese ha scelto di indossare un outfit tutt’altro che banale: canottiera nera e pantaloni grigi. Con la sua fedele compagna di viaggio, la chitarra elettrica (appresa da autodidatta), e sulle note di Tuo padre, Mia madre, Lucia ha strabiliato il pubblico con uno stile minimal e un’estetica senza tempo.

All’indomani dell’ennesima polemica sul look scatenata sui social (e non solo) da Achille Lauro, dopo l’esibizione d’apertura della 72esima edizione del Festival di Sanremo, Truppi rappresenta il trionfo dell’aspetto canoro a discapito di tutti gli orpelli. L’essenza della musica è descrivere la realtà e suscitare emozioni; per farlo non occorre indossare un abito memorabile, ma è necessaria una voce toccante che sfiori le giuste corde e ingentilisca la melodia.

«Quando ti ho incontrata per la prima volta ad una cena di sconosciuti in un bar di Torino senza pensarci, d’istinto, ti ho guardato la mano per vedere se fossi sposata». Sono queste le parole d’apertura della canzone scritta dallo stesso Truppi con Marco Buccelli, Niccolò Contessa e Pacifico. Si tratta di una dichiarazione d’amore fatta d’inverno e la stagione prescelta non è casuale, perché il sentimento amoroso, puro qual è, sopravvive alle intemperie senza temerle. L’amore vince sopra ogni cosa.

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