di Lorenzo Lazzeri
La cartografia non è mai stata solo disegno e rappresentazione di territori, bensì anche uno strumento per comprenderli e interpretarli. Oggi tale pratica si è evoluta ulteriormente, diventando una vera e propria leva per leggere e mediare conflitti, promuovere la pace e dare voce alle comunità spesso ignorate o emarginate. È questo il tema centrale dell’evento “Mappe ribelli. La cartografia come strumento di indagine, mediazione e pace”, organizzato dall’Università di Siena presso la sede di Fieravecchia (Aula D) dalle ore 10 del mattino del 28 e dalle 9.00 del 29 maggio.
L’iniziativa è organizzata dal Dipartimento di Scienze Storiche e dei Beni Culturali dell’Ateneo senese, in collaborazione con i Dipartimenti di Scienze Fisiche della Terra e dell’Ambiente e Scienze Sociali, Politiche e Cognitive, coinvolgendo anche l’Associazione dei Geografi Italiani (AGeI). Il seminario raccoglierà voci autorevoli di diverse discipline, tra cui geografia, sociologia, geopolitica e cartografia applicata. Tra i relatori esperti come Laura Canali di “Limes”, Cécile Marin di “Le Monde diplomatique”, Riccardo Pravettoni di “Le Monde” e Luisa Rossi. Questi illustreranno come la cartografia possa ridefinire narrazioni territoriali e geopolitiche consolidate.
A guidare il comitato scientifico è la professoressa Anna Guarducci dell’Università di Siena, esperta di geografia storica e critica, che pone l’accento sul valore della cartografia partecipativa, affermando che questo tipo di approccio trasforma le comunità locali in protagoniste dirette della rappresentazione del proprio territorio. SI passa quindi da un semplice strumento tecnico a un mezzo di espressione sociale e collettiva.
Nella sua prima giornata il convegno inizierà con una sessione dedicata a “Cartografia, geopolitica e pace”, coordinata da Edoardo Boria (Sapienza Università di Roma). Verranno presentati casi emblematici come il Medio Oriente dalla spedizione napoleonica fino all’accordo Sykes-Picot del 1916, oltre a esperienze contemporanee di cartografia geopolitica e conflittuale, discutendo il ruolo delle mappe nei processi di negoziazione e mediazione internazionale.
Nel pomeriggio, il seminario proseguirà con una sessione sulla cartografia partecipativa, coordinata da Fabio Mugnaini (Università di Siena). Saranno esaminati casi concreti, come l’uso della “Citizen Science” nella mappatura della scarsità idrica in Colombia e i progetti di pianificazione territoriale partecipata, come il piano di protezione civile di Livorno o il caso delle Terre Alte in Lombardia.
Il secondo giorno, il 29 maggio, verranno invece approfondite le modalità di valorizzazione e fruizione delle mappe storiche digitali attraverso esperienze come il catalogo Imago Tusciae della Toscana e la collezione cartografica dell’Università di Firenze. Per finire, la sessione conclusiva metterà in luce le potenzialità multidisciplinari della cartografia come strumento di ricerca e analisi, con esempi provenienti dal Sud globale come i progetti di mapping per la gestione delle risorse idriche in Etiopia e Tanzania.
Tematiche che non sono isolate nel panorama internazionale. Eventi simili si svolgono regolarmente anche in altre città europee, come il recente seminario “Cartografie di pace” tenutosi a Parma, o iniziative come “Mapping for Change” a Londra, che coinvolgono attivamente le comunità urbane in progetti di mappatura partecipativa.
Il convegno senese, in questa ottica, rappresenta un’importante occasione per ripensare il ruolo innovativo della cartografia critica, mettendo al centro le comunità e offrendo strumenti concreti per affrontare e risolvere conflitti attraverso il dialogo e la condivisione di conoscenze.