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Ansie e stress universitario: al via il progetto di ricerca dell’Università di Siena

L'obiettivo è stabilire quali siano le cause di un fenomeno purtroppo sempre più dilagante tra gli studenti e quali i mezzi più adeguati a combatterlo

Ansie e stress universitario: al via il progetto di ricerca dell’Università di Siena
La presentazione del progetto di ricerca
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21 Maggio 2024 - 13.27


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di Agostino Forgione

Gli studenti universitari sono sempre più stressati. È questo l’assunto da cui parte il nuovo progetto di ricerca dell’Università di Siena dal titolo “Studio longitudinale di screening precoce sui fattori di rischio e protettivi psicosociali tra le studentesse e gli studenti universitari”. Lo studio, presentato ieri 20 maggio, si avvarrà dei contributi frutto delle donazioni del 5×1000 a sostegno dell’Università di Siena oltre ai 58 mila euro già stanziati.

L’iniziativa è nata dalla collaborazione tra l’Unità Operativa Complessa di Psichiatria universitaria, diretta dal prof. Andrea Fagiolini e dell’Unità Operativa Socio-Assistenziale di psicologia, diretta dalla dottoressa Assunta Basile, con referenti il prof. Andrea Pozza e Sonia Grassini, quest’ultima a capo del Servizio di Consulenza psicologia dell’Università.

“Quanto ho constatato è che effettivamente c’è un aumento dello stress, del disagio e delle difficoltà, soprattutto da parte dei più giovani che iniziano l’università. Da docente posso dire che molti studenti si trovano in condizioni di stress da comprometterne qualità di vita e rendimento accademico. Questo finanziamento permetterà in primis di stabilire quali siano le prevalenze di persone che possono beneficiare di interventi atti anche solo a prevenire lo stress, oltre a quali sono gli strumenti più adeguati per farlo”. È quanto afferma il prof. Fagiolini, rimarcando l’importanza della prevenzione e di insegnare ai ragazzi come gestire le ansie che la carriera accademica può provocare.

“Lo scopo del progetto è quello di fornire una mappatura nel tempo di quelli che sono i fattori di rischio e protettivi rispetto all’insorgenza delle problematiche in questione” afferma il prof. Andrea Pozza. Ansie e disagi che possono avere varia natura, una delle quali, probabilmente la più importante, è legata alla cultura della performance universitaria e al perfezionismo. “Una delle tendenze più recenti è lo studyholism, ovvero la tendenza compulsiva a dedicare gran parte del tempo allo studio sacrificando altre attività che definiscono l’identità dei giovani” – continua Pozza, sottolineando l’emergenza di un fenomeno purtroppo sempre più diffuso e debilitante e l’importanza di una corretta psico-educazione.

“Il servizio consulenza psicologica del nostro ateneo ha visto un aumento delle richieste negli ultimi anni, infatti dallo scorso anno è stato rafforzato. Quello che ho visto in questi anni è che i disagi manifestati sono legati all’ansia e al perfezionismo eccessivi e a una mancanza di consapevolezza in sé stessi, nelle proprie capacità. Gli interventi hanno mirato principalmente a questo, a sviluppare quelle capacità necessarie a far fronte alle difficoltà sia nel quotidiano che nella vita universitaria” afferma Grassini. Gli effetti si notano nell’aumento delle richieste d’aiuto che è passato dai circa 150 casi degli anni passati alle 352 dell’ultimo anno, uno al giorno.

“Mi colpisce molto un’affermazione del prof. Fagiolini, – afferma il Rettore Roberto Di Pietra – ovvero l’idea della sospensione della vita in generale che diventa solo attività di studio. A vent’anni la vita è vita, include lo studio ma dovrebbe includere anche tante altre cose. Per questo ci stiamo sforzando di segnalare che c’è un mondo attorno all’Università, e mi auspico si possano attivare delle possibilità e dei luoghi di socializzazione dove poter passare, ad esempio, la serata. Venire a Siena e studiare e basta non è salutare” conclude.

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