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Gli studenti si confrontano con "Il terzo segreto di satira"

L'originale incontro, organizzato dal Cravos di Siena, si è svolto nei giorni scorsi al Mattioli. Ridendo e scherzando hanno confessato come riescano a far satira in questo difficile passaggio della politica

Gli studenti si confrontano con "Il terzo segreto di satira"
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27 Maggio 2022 - 16.15


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di Agostino Forgione

“Il Terzo Segreto di Satira”, storico gruppo di videomaker italiani che per primi hanno fatto dei new media il loro canale principale, si è presentato al Mattioli. Ci hanno pensato gli studenti di Cravos a chiamare Davide Bonacina e Pietro Belfiore, due dei cinque componenti del collettivo satirico che hanno ripercorso la loro storia dagli albori fino a oggi. Una narrazione inscindibilmente legata all’evoluzione del web e alle forme di comunicazione digitale, di cui i due content creator hanno ben saputo evidenziarne le differenze rispetto ai modelli comunicativi precedenti.

Il Terzo Segreto di Satira, come gli stessi membri hanno spiegato, nasce circa dieci anni fa dalla passione di cinque amici e studenti di cinema, che decisero di utilizzare un ancora embrionale YouTube per pubblicizzare i loro sketch. Il loro primo video pubblicato risale infatti al 2011, e a questo proposito Davide Bonacina e Pietro Belfiore hanno affermato “Siamo nati in un’epoca in cui la comicità televisiva stava finendo. Ad oggi si fa ancora fatica a trovare contenuti politici e soprattutto satirici in tv, per cui abbiamo incrociato ciò con l’attenzione che si era creata, derivante dal pubblico più vasto che YouTube riusciva a raggiungere, arrivando a collaborare con programmi come Piazzapulita, Ballarò e Report. Tuttavia abbiamo sempre tenuto come riferimento il lavoro che svolgevamo e pubblicavamo su internet, in quanto l’immediatezza e l’assenza di censura garantitaci da YouTube era quello che ci serviva. Il tutto sempre autofinanziandoci“. L’indipendenza del collettivo, infatti, è uno dei suoi pilasti fondanti, anche per il fatto che la loro è stata fin dall’inizio una forma laboratoriale, uno sfogo, e non il loro lavoro principale. Come riuscire a far questo? Così lo spiegano: “Ci paghiamo i video e da vivere con i lavori della nostra casa di produzione. Ad esempio produciamo anche i video del Milanese Imbruttito, ma questo non lo sa quasi nessuno» commentano a riguardo.

Nel corso dell’incontro è emerso come la comunicazione politica sia cambiata negli ultimi anni, ricorrendo a personaggi politici sempre più “pop”, citando la politologia più recente, e ad una sempre più preminente personalizzazione della loro immagine. Una notorietà, agognata mai come ora dai personaggi politici, che li porta alla ricerca di una loro forma distintiva e distinguibile, di cui i due hanno evidenziato bene i risvolti più inverosimili. Ha strappato un sorriso, infatti, il racconto di come spesso siano proprio i personaggi oggetto della satira a complimentarsi con il quintetto, invitandoli a promuovere i video di cui gli stessi costituiscono un bersaglio. L’importante è che si parli di loro.
Una riflessione che ha evidenziato come, alle volte, i politici siano già satira di loro stessi, redendo assai difficile, se non impossibile, il lavoro dei comici. “Basti pensare all’episodio di Salvini in Polonia, un qualcosa su cui non sapremmo proprio come fare satira – afferma il collettivo – d’ altra parte però ci sono personaggi politici su cui fare satira viene quasi naturale, anzi è quasi come sparare su una croce rossa, mentre per fare qualcosa su Draghi o su Monti bisogna andare sottili di sfumature. Non che la satira non consenta un modo di ragionare più complesso, ma farla sul web significa fare i conti con modalità di pensiero e di fruizione estremamente rapide. Siamo partiti con YouTube che all’epoca ospitava video di massimo cinque minuti, per cui bisognava comprimere le informazioni in un lasso di tempo che non sempre ti dava tempo di fare un ragionamento complesso“.

Interessante è stata poi la riflessione su come la politica e la comunicazione abbiano assunto carattere sempre più dicotomico, dando vita a una polarizzazione di concetti e contenuti che screma tutte le sfumature mediando sistematicamente tra gli estremi.
Così concludono:”È facile fare satira quando gli argomenti sono pochi e tutto è focalizzato su pochi aspetti molto pesanti. Ciò che è difficile è farla senza finire in questa ripartizione dicotomica, senza rischiare di trovarsi davanti ai fanatici della polemica. Abbiamo girato un video in cui facevamo satira sui no-vax. Ha ottenuto il triplo delle visualizzazioni che facciamo di media, ma solo perché abbiamo ricevuto gli insulti della loro intera comunità. Qualcuno l’ha caricato su una pagina Facebook con la didascalia “Guardate cosa dicono gli amici di Burioni”».

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