Cappella Brancacci: dettagli inediti dai capolavori di Masolino e Masaccio | Culture
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Cappella Brancacci: dettagli inediti dai capolavori di Masolino e Masaccio

Nuove analisi rivelano la vegetazione originaria della Tentazione e la luce divina della Cacciata, riscrivendo la storia degli affreschi rinascimentali.

Cappella Brancacci: dettagli inediti dai capolavori di Masolino e Masaccio
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29 Aprile 2025 - 12.48


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La Cappella Brancacci di Firenze, scrigno di inestimabili capolavori del primo Rinascimento, continua a svelare i suoi segreti grazie a una meticolosa campagna di analisi diagnostiche. Le recenti indagini, condotte con sofisticate strumentazioni, hanno portato alla luce dettagli precedentemente invisibili a occhio nudo negli affreschi di Masolino da Panicale e Masaccio, aprendo nuove prospettive sulla loro realizzazione e sulle successive trasformazioni.

Il ciclo pittorico, realizzato tra il 1423 e il 1483, che vede la collaborazione di Masolino, Masaccio e Filippino Lippi, racconta le Storie di San Pietro e include due iconiche scene della Genesi: la delicata Tentazione di Adamo ed Eva di Masolino e la drammatica Cacciata dei Progenitori dall’Eden di Masaccio. La recente campagna di studi, resa possibile dal sostegno di Friends of Florence e della Jay Pritzker Foundation e coordinata dalla Sabap di Firenze, Prato e Pistoia e dal Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) con i suoi istituti specializzati, ha permesso di analizzare nel dettaglio la composizione pittorica.

Le analisi si sono concentrate in particolare sulle scene della Genesi, rivelando la presenza di una rigogliosa vegetazione e di inedite foglie di fico e di melo a celare le nudità di Adamo ed Eva. Gli esperti del Cnr escludono che tali aggiunte siano riconducibili alle censure del 1642, in quanto queste vennero rimosse durante i restauri degli anni ’80. Nella “Tentazione” di Masolino, le indagini hanno evidenziato un prato lussureggiante, alberi e una ricca vegetazione sullo sfondo, tra le figure di Adamo ed Eva.

Cristiano Riminesi, ricercatore del Cnr-Ispc, spiega come queste scoperte siano state possibili grazie all’impiego del macro-Xrf, una tecnica che mappa la distribuzione degli elementi chimici sulla superficie pittorica. In questo caso, è stata rilevata la presenza di arsenico, componente del giallo di orpimento, un pigmento applicato a secco anche in miscela con blu di indaco o oltremare per ottenere il verde della vegetazione su uno sfondo a base di nero carbone. Riminesi sottolinea come questa tecnica fosse già utilizzata da maestri come Beato Angelico e Taddeo Gaddi.

Sorprendenti rivelazioni anche nella “Cacciata” di Masaccio dove, il giallo di orpimento è stato individuato nell’accentuare l’effetto luminoso dei raggi provenienti dalla porta del Paradiso Terrestre da cui Adamo ed Eva vengono allontanati. Originariamente dorati e avvolti da una nube anch’essa dorata, simbolo della luce divina, questi elementi furono realizzati con lo stesso pigmento.

Ora, la grande domanda che la ricerca si pone è il motivo per cui queste decorazioni non siano più visibili a occhio nudo. “La risposta a questo interrogativo rappresenta la prossima sfida della ricerca scientifica”, afferma Riminesi. Tra le ipotesi, si considera un’eventuale alterazione chimica del giallo di orpimento nel tempo, oppure la sua scomparsa a seguito di interventi di pulitura volti a rimuovere un consistente deposito di nero fumo. Per far luce su questo mistero, è stata avviata una sperimentazione in collaborazione con l’Università professionale della Svizzera italiana (Supsi).

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