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Tra innovazione e caos, Fuksas compie 80 anni

Dopo aver lasciato un segno indelebile nel passato, è pronto per le sfide del futuro

Tra innovazione e caos, Fuksas compie 80 anni
In foto Massimiliano Fuksas
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redazione Modifica articolo

8 Gennaio 2024 - 17.16


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Quattro studi in giro per il mondo da Roma fino alla Cina, passando per Parigi e Arabia Saudita. La firma su oltre seicento strutture tra palazzi, case, grattacieli, centri commerciale aeroporti e molto altro. Adesso una delle più grandi sfide del futuro con la partecipazione al progetto The Line (la città verticale in costruzione nel deserto dell’Arabia Saudita). 80 anni il prossimo martedì 9 gennaio, ma con tante sfide davanti a sé, Massimiliano Fuksas è ancora una fucina in piena attività con idee sempre innovative, con lo sguardo sempre rivolto all’orizzonte futuro.

 “Sono un nomade, il mio paese è il mondo. Quello che mi manca? Forse solo progettare un’intera città, ma ci sto lavorando” ha esordito in un’intervista per ANSA. Ha iniziato così a raccontarsi: dai progetti italiani, “anche quelli più piccoli come il centro ricerche per la Ferrari o l’architettura di Bassano del Grappa per le distillerie Nardini”, al primo shopping center costruito a Salisburgo negli anni Novanta, un tripudio di trasparenze e di luce che un po’ ha rivoluzionato il genere, dice, “perché io allora i centri commerciali li odiavo”.

Dalla Fiera di Milano alla Nuvola di Roma, dall’aeroporto di Shenzen in Cina al centro culturale di Rhike Park a Tbilisi in Georgia. Questi sono solo alcuni dei progetti che portano la sua firma e del suo studio. Ma non si parla solo di opere compiute, ci sono anche progetti rimasti sulla carta, sospesi nell’etereo mondo della genialità (la scala per Betlemme immaginata per conto di Arafat). La lista è lunghissima e un articolo solo non basterebbe, ogni progetto porta con se un aneddoto, un ricordo, a volte una citazione cinematografica (come lui stesso ha affermato “Per fare una buona architettura bisogna andare a vedere buoni film”). Fuksas e le sue opere parlano di libertà, luce, futuro, emozioni che nascono da dentro, collettività.

 Le grandi imprese al momento si fanno in Cina, India, Arabia Saudita. “L’Oriente mi affascina, a Pechino abbiamo vinto un concorso per un pezzo di città”, dice, ma la sfida di oggi è The Line, la città lineare che si sta realizzando in Arabia Saudita all’interno di Neom, la nuova zona economica nella provincia di Tabuk, a nord del Paese, tra il Mar Rosso, le montagne e le valli superiori dell’Hejaz. 

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