160mila iscritti, insieme agli sceneggiatori, i quali avevano iniziato già nel maggio di quest’anno, sono in protesta. È il più grande degli ultimi 40 anni. Il negoziato, protratto per altri 12 giorni, non è bastato per trovare un accordo. Neanche l’intervento del mediatore è servito a siglare il rinnovo del contratto triennale di categoria. Dopo il salto delle trattative, gli attori hanno iniziato a sfilare per le vie di Hollywood in tono di protesta.
Con l’unanimità del sindacato Sag-Aftra, alle 21 (ora italiana), è stata approvata la mobilitazione. Da oggi, infatti, gli attori del piccolo e grande schermo si sono uniti alle proteste già in atto da parte degli sceneggiatori. L’unione dei due sindacati, infatti, non si vedeva da oltre 60 anni.
Tutto dovuto alla paralizzazione dovuta alla pandemia, che ha messo in difficoltà gli studios nel rinnovo dei contratti con i lavoratori dello spettacolo. Tra le richieste c’è, ovviamente, l’aumento dei salari, ricalcolo dei diritti d’immagine e tutele sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale.
Tra gli studios presi di mira ci sono Netflix, Sony, Paramount, Apple, Amazon, Disney, NBCUniversal e Warner Bros. Tutti questi studi di produzione e streaming sono associati all’Alliance of Motion Picture and Television Producers.
