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‘Aspettando Re Lear’, al Teatro Romano di Verona con Alessandro Preziosi

In scena il 20 e 21 luglio, l’adattamento è di Tommaso Mattei, mentre i ‘materiali di scena’ sono ad opera del maestro Michelangelo Pistoletto.

‘Aspettando Re Lear’, al Teatro Romano di Verona con Alessandro Preziosi
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13 Luglio 2023 - 18.52


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Alessandro Preziosi torna in teatro con lo spettacolo ‘Aspettando Re Lear’, adattamento dell’opera tragica, a cura di Tommaso Mattei, scritta all’inizio del 1600 da William Shakespeare.

In scena al Teatro Romano di Verona il 20 e 21 luglio, lo spettacolo, prodotto dallo Stabile del Veneto, avrà come maestro di alcuni ‘materiali di scena’, che accompagneranno gli attori sul palco, l’artista Michelangelo Pistoletto, già autore della Venere degli Stracci distrutta da un incendio nella mattinata di ieri, a Napoli.  

Preziosi ha raccontato all’ ANSA l’importanza della collaborazione con il maestro, ‘’nata per caso ma con un profondo significato per il progetto che sta portando sulle scene’’.

Aspettando Re Lear, ha continuato l’attore, “vuole essere un riadattamento della tragedia britannica, con un richiamo all’opera assurda ‘Aspettando Godot’, di Samuel Beckett”.

Una riflessione, dunque, sul difficile rapporto tra padri e figli, sul connubio tra uomo e natura, sulla perdita dei valori, insieme alla follia, con un rimando al potere che distrugge, alla solitudine, al caos interiore ed esteriore all’uomo, “l’unico ordine possibile”, come ha affermato lo stesso Pistoletto.

La collaborazione con l’artista biellese è nata a Roma al Chiostro del Bramante, dove era già stato previsto che, oltre alle opere sul palco, Pistoletto si occupasse anche gli abiti di scena: costumi iconici a cura del collettivo Fashion B.E.S.T. e realizzati con materiali sostenibili, sotto direzione di Olga Pirazzi, Flavia La Rocca e Tiziano Guardini.

Secondo Preziosi anche le tematiche alla base dell’opera richiamano la filosofia artistica di Pistoletto: “A teatro ho condiviso la messa in scena dei presupposti del Terzo Paradiso di Pistoletto – ha commentato l’attore – la terza fase dell’umanità, che si realizza nella connessione equilibrata tra l’artificio e la natura. L’uomo nella sua nudità trova sé stesso, e così anche noi attori ci denudiamo gradualmente: durante lo spettacolo veniamo privati dai vestiti, per farci vedere per quello che siamo, in riferimento a Gli oggetti in meno del maestro”.

 “Casualità vuole – ha continuato – che Pistoletto ha tre figlie femmine proprio come Re Lear: da qui la tematica del rapporto in crisi tra padri e figli, tema principale dello spettacolo”.

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