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Angelo Duro, un comico o un furbastro?

Il monologo del comico siciliano ha creato indignazione, tra misoginia e genialità. I social si sono divisi: chi ne sostiene le parole e chi lo critica duramente.

Angelo Duro, un comico o un furbastro?
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9 Febbraio 2023 - 20.07


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di Giuseppe Aquaro

E’ arrivato a tarda ora, quando i bambini erano già a nanna e Amadeus avvertitiva i benpensanti di cambiare canale. Eppure, nonostante le premesse, l’intervento del comico irriverente e immorale, nonché ex-Iena, Angelo Duro, ha suscitato non poche polemiche, sia per i temi affrontati, sia sui modi espressi durante il “monologo”.

Comico di fama modesta, conosciuto da pochi, ha tirato fuori dal cilindro un monologo anti-convenzionale, fuori dagli schemi. Forse molto ingarbugliato e polemico.

Tralasciando il messaggio del tutto occulto e, apparentemente, senza significato, ha determinato una risposta massiccia da parte dei social.

Vergognoso, sessista, moralista, misogino. Questi sono solo pochi dei numerosi commenti riguardo a ciò che è stato detto dal comico siciliano. “Che parlano a fare di violenza e sensibilizzazione quando arriva questo e chiama p******e e giustifica il tradimento colpevolizzando allo stesso tempo la donna”, afferma un utente di Twitter esprimendo il proprio dissenso. Altri invece elogiano l’operato di Duro:“l’Italia, piena di moralisti, non è pronta a questo”, definendo, quindi, la comicità come raffinata.

La raffinatezza, però, è tutt’altra cosa. Un comico è comico perché deve far ridere. Molti hanno definito le risate in platea e galleria come “risate di pietà”. Vero o no che siano, è stato, in parte, un flop.

Le persone non sono pronte a questa “comicità” proprio perché in Italia vincono ancora i pregiudizi. Con tutta la buona volontà di portare un bel messaggio, come amore libero, non tradire e l’omologazione della società, non è stato centrato il punto. È sfociato il tutto in tutt’altro: misoginia gratuita e sminuimento della donna, con un uso malandato della retorica e dell’ironia.

E l’ironia, si sa, deve ribaltare un concetto in modo da mandare un messaggio contrario da quello che si sta esponendo. Sinceramente, dopo gli interventi sulle donne della prima serata di Chiara Ferragni e, ancor peggio, nella stesso serata di Pegah sul motto “donna, vita, libertà”, è una mazzata a tutto quello che è stato detto nei due interventi. Un azzeramento totale della forza di sensibilizzazione.

Tutto sommato un monologo volgare, divisivo. E anche conformista e omologato. E’ forse questa la critica che più sente visto che si presenta come un campione dell’anticonformismo.  Forse era quello che voleva per la sua notorietà. Ma non per quello che serve nella società. Con questo intervento abbiamo fatto più di un passo indietro sulla parità di genere e sulle lotte che ogni donna affronta ogni giorno. Ma forse voleva che andasse così, in nome dello share.

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