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La leggendaria Zippalanda finalmente ritrovata?

Gli scavi diretti dall'Università pisana hanno riportato l'ennesima prova che rende sempre più credibile l'ipotesi della città santa

La leggendaria Zippalanda finalmente ritrovata?
Fonte: nove.firenze.it
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24 Dicembre 2022 - 17.30


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Nel sito di Uşaklı Höyük, che si trova nella Turchia centro-settentrionale, è stata ritrovata un enigmatica costruzione circolare risalente a tempi degli Ittiti (II millennio a.C.). La scoperta è stata possibile grazie all’Università di Pisa e, soprattutto, grazie alla squadra di archeologi internazionali guidata da quest’ultima.

Quest’ ulteriore prova, che va a sommarsi agli altri ritrovamenti passati, potrebbe seriamente confermare che il sito sia veramente l’antica città santa di Zippalanda. Nelle leggende, si narra di Zippalanda non solo come il centro di culto di un potente Dio della Tempesta, ma anche come sede di un santuario e di una residenza reale. Inoltre, sono riemersi anche dei resti di un’immensa cinta muraria a gradoni che circondava la cittadella, insieme a varie tombe di età tardoantica.

Il professore dell’Università di Pisa Anacleto D’Agostino, nonché direttore degli scavi, ha così fornito le sue opinioni riguardo ai ritrovamenti: “L’interpretazione di questa struttura circolare – spiega il direttore – è molto difficile al momento e sarà necessario un’estensione dei lavori che permetta di farsi un’idea di cosa ci sia attorno ad essa.

La sua collocazione a nord di quello che, probabilmente, è il principale tempio della città, non lontano dal fiume che scorre vicino alla base degli spalti ci fa però propendere per una interpretazione in chiave rituale di questo ritrovamento, la cui importanza è data anche dal fatto che non ne sono documentati di simili in altri siti contemporanei”.

Se così fosse – conclude il professore – questa struttura, assieme agli altri reperti scoperti negli corso degli anni, contribuirebbe a rafforzare l’identificazione di Uşaklı con l’importante città ittita di Zippalanda, centro di culto di un potente Dio della Tempesta, sede di un santuario e di una residenza reale e menzionata in diverse feste cui prendeva parte il re.

Le architetture e i materiali ritrovati durante le indagini e gli scavi, durati ben quindici anni, sono delle materie di consistenza e qualità unica che, oltre a rendere sempre più saldo il rapporto di unicità tra Uşaklı Höyük e la città santa di Zippalanda, mostrano anche il periodo di occupazione del sito: in maniera estesa dalla fine del Bronzo Antico fino all’epoca romano-bizantina, con occasionali tracce più recenti che arrivano fino al periodo ottomano.

Il progetto archeologico nasce nel 2008 dalla missione archeologica italo-turca in Anatolia Centrale (Uşaklı Höyük Archaeological Project), ed è l’unico a direzione italiana (l’Università di Pisa) ad operare su un insediamento ittita in un’area passata dal regno all’impero.

Il progetto può contare su appoggi importanti: infatti quest’ultimo agisce con una licenza decennale della Direzione Generale del Patrimonio Culturale e dei Musei, Ministero della Cultura e Turismo della Repubblica di Turchia. È inoltre sostenuto finanziariamente, per il solo 2022, dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, dalla Fondazione Oriente Mediterraneo, dall’Università degli Studi di Firenze, oltre che ovviamente dall’Università di Pisa.

Ad essere coinvolti sono archeologi, filologi, ricercatori e studenti delle Università di Pisa, Siena, Firenze, Yozgat Bozok, Hacettepe Ankara, University College of London e l’Università del Salento. I coordinatori sono rispettivamente Anacleto D’Agostino (Pisa), Valentina Orsi (Siena), Stefania Mazzoni e Giulia Torri (Firenze), Demet Taşkan (Yozgat Bozok), Yılmaz Selim Erdal (Ankara), Yagmur Heffron (Londra) e Claudia Minniti (Salento).

Alla campagna del 2022 hanno preso parte anche: i dottori Neil Erskine, Joshua Britton, Marta Doglio e Giacomo Casucci; gli studenti Ilaria Carboni, Emanuele Gemignani, Federico Papa, Filomena Rescigno e Federico Mandorino; il dottor Emanuele Taccola del Laboratorio LaDiRe dell’Università di Pisa, il quale ha eseguito il rilievo topografico e le riprese con il drone; Sergio Martelli che ha realizzato i disegni dei materiali e la dottoressa Chiara Tarantino che si è occupata della cura della comunicazione.

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