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Le Corsie Sistine dopo il restauro: presente anche Sergio Mattarella

Dopo due anni di lavoro riapre l'opera di architettura voluta da Papa Sisto IV.

Le Corsie Sistine dopo il restauro: presente anche Sergio Mattarella
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23 Luglio 2022 - 20.37


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Oltre otto secoli di storia, 1200 metri quadri tutti di affreschi, insieme alla pala d’altare firmata da Carlo Maratta e al ciborio con i gigli Farnese in foglia d’oro: pieni di accoglienza e bellezza, dopo due anni di restauro, tornano a mostrarsi in tutta la loro luce al pubblico le Corsie Sistine, presso il complesso Monumentale di S. Spirito in Saxia, l’ospedale più antico d’Europa.

Un meraviglioso esempio di architettura civile e di arte, voluto da Papa Sisto IV nel 1475; alla riapertura è intervenuto anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella assieme al governatore della Regione Lazio Nicola Zingaretti, al sindaco di Roma Roberto Gualtieri, al ministro della Cultura Dario Franceschini e al ministro della Salute Roberto Speranza.

Il Pontefice, dopo aver reclutato l’architetto Baccio Pontelli e lo scultore Andrea Bregno, aveva voluto ristrutturare tutto l’Arcispedale. Un edificio composto da due enormi sale che prenderanno il nome dei medici Lancisi e Baglivi, entrambe collegate da un tiburio ottagonale sotto il quale svetta un elegante ciborio, probabilmente la sola e unica opera romana di Andrea Palladio. Il tutto è arricchito dalla pala d’altare dedicata a San Giobbe, eseguita da Carlo Maratta.

Ci sono anche due maestosi portali: il più esterno è quello del Bernini, mentre quello più interno, detto del Paradiso, è opera di Bregno. Poi si trova anche la seicentesca Ruota degli Esposti dove venivano depositati i neonati, che altrimenti, venivano tragicamente abbandonati sulle rive del Tevere.

Daniela Porro, Soprintendente speciale di Roma, racconta: “La corsia Sistina era la corsia storica dell’ospedale voluto Sisto IV Della Rovere in occasione del Giubileo; è una sorta di cappella Sistina degli ospedali storici, sia per l’importanza del committente, sia per la straordinaria bellezza dell’apparato decorativo e l’ampiezza del luogo. Gli affreschi ci raccontano la storia degli anni ’70 del ‘400 e le imprese voluta dal Papa, dalla costruzione di ponte Sisto alle chiese realizzate in quegli anni. Poi, però, la storia continua e il complesso è stato arricchito con il Palazzo del commendatore, con la Chiesa di S. Spirito in Sassia, con la Biblioteca Lancisiana“.

In tutto sono oltre 60 le scene realizzate da artisti di scuola umbro-laziale e da discepoli dei vari Ghirlandaio, Melozzo, Pinturicchio e Antoniazzo Romano.

I lavori di restauro, finanziati dalla Regione Lazio per la Asl Roma 1, nei secoli si sono concentrati anche sul ciborio; così spiega la restauratrice Maria Rosaria Di Napoli: “Segnato da sporco e percolamenti dall’alto. La difficoltà maggiore, equilibrare i diversi materiali, perché questo è un gioiello: abbiamo il legno policromo e dorato, lo stucco, la tela, i marmi. I colori non si vedevano quasi più. Anche il lanternino, tutto di legno, proprio per l’acqua, aveva perso molta superficie pittorica. Ma l’emozione più grande è stata riportare finalmente alla luce la firma originale di Maratta sulla pala dedicata a San Giobbe“.

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