"La Mancanza" di Lina Sastri apre il Campania Teatro Festival | Culture
Top

"La Mancanza" di Lina Sastri apre il Campania Teatro Festival

L'opera è stata presentata nel cortile del Palazzo Reale di Capodimonte

"La Mancanza" di Lina Sastri apre il Campania Teatro Festival
Lina Sastri apre il Campania Teatro Festival
Preroll

redazione Modifica articolo

12 Giugno 2022 - 19.25


ATF

Si è aperto con le parole di “La Mancanza”, accompagnata dalle note di Massenet e Mozart suonate dal duo di Ciro Cascino e Gennaro Desiderio, il Campania Teatro Festival, che con i suoi circa 140 appuntamenti andrà avanti fino al 12 luglio. L’opera, scritta da Lina Sastri e presentata nel cortile del Palazzo Reale di Capodimonte, è incentrata sulla malattia e sulla morte del fratello Carmine, ponendosi come «un diario scritto nel tempo in cui è tutto vero, testimonianza del dolore e di una perdita».

Il Calvario di Carmine inizia nel 2013, con la Sastri che accompagnò in una corsa notturna all’ospedale il fratello, ricoverato per quella che si rivelerà un’emorragia cerebrale che lo lascerà menomato. Nel 2017 a colpirlo è invece il cancro, sino ad arrivare alla morte per covid nel gennaio 2021, in un reparto in cui nessuno poteva entrare e con i funerali vietati. «Non è umano non poter onorare i propri morti, è una cosa atroce» commenta, raccontando che la frequentazione più stretta con il fratello iniziò proprio con la sua malattia. Lo dipinge come «un pirata, un Peter Pan sempre in viaggio, elegante, bello, pieno di donne e amante dell’avventura, latitante dalla vita e dalle responsabilità», che nel periodo della malattia le suscitava invece tenerezza e impotenza, portandola a sentirsi quasi come una madre nel sostenerlo fino alla fine.

Quella che è stata letta, una lettera che a tratti è un vero e proprio diario della sua malattia, è un esortazione a Carmine, che deve fare i conti con una nuova realtà, a cogliere l’opportunità di una nuova vita, anche in ragione dei suoi quattro figli che hanno bisogno di un padre e che lo aiutano nel ristorante appena aperto. È un continuo ricordargli di vivere il presente, ignorando quello che è stato e che sarà, affiancato dal racconto del suo appassionarsi alla musica, arrivando ad amare Mozart, e alla storia di Napoli, che raccontava alla sorella durante le passeggiate sottobraccio. La Mancanza, ancora, è un doloroso raccontare, un rievocare che è confessione d’amore verso Carmine, fino al finale fantastico in cui, pur di parlare ancora con lui, la Sastri prova a telefonargli, venendo investita nel mentre. Sul cellulare, riverso sul pavimento, arriva infine una chiamata: è proprio da parte del fratello.

In una nota che ha fatto da programma per la serata, una foto di Carmine e lei da bambini, la Sastri scrive: “il racconto ogni tanto si fa visione perché nasce da una necessità. Che vorrebbe diventare un cortometraggio. Un breve filmato che parla per immagini. Dove il racconto è la voce fuori campo che commenta le immagini, E quindi, ogni tanto, si esce dal soggettivo personale, per guardare tutto da fuori, come una prospettiva oggettiva e on più soggettiva”.

Native

Articoli correlati