Ritrovato un manoscritto inedito di Leopardi: così si arricchisce la raccolta dell'opera integrale del poeta recanatese | Culture
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Ritrovato un manoscritto inedito di Leopardi: così si arricchisce la raccolta dell'opera integrale del poeta recanatese

Con il nome di “Leopardi e Giuliano imperatore. Un appunto inedito delle carte napoletane”, l’autografo inedito, ritrovato nel Fondo leopardiano, alla Biblioteca Nazionale di Napoli, sarà presentato presso la Sala Rari di Napoli nella giornata del 3 maggio, corredato da interventi di numerosi critici e studiosi leopardiani.

Ritrovato un manoscritto inedito di Leopardi: così si arricchisce la raccolta dell'opera integrale del poeta recanatese
In foto, il manoscritto inedito di Giacomo Leopardi
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3 Maggio 2022 - 14.12


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di Claudia Daniele

Nel Fondo leopardiano, conservato alla Biblioteca Nazionale di Napoli, è stato intercettato un manoscritto giovanile inedito del celebre poeta originario di Recanati, il quale contribuisce ad arricchire la raccolta leopardiana napoletana, fornendo agli studiosi un vasto panorama integrale dell’opera dell’autore.

Ad identificare il testo inedito sono stati Marcello Andria, direttore del Sistema Bibliotecario dell’Università degli Studi di Salerno e autore di contributi di italianistica, e Paola Zito, docente di Archivistica, Bibliografia e Biblioteconomia e di Storia del libro presso la Facoltà di Lettere della Seconda Università di Napoli, che ne hanno curato la pubblicazione per i tipi della casa editrice Le Monnier Università.

L’autografo del Leopardi appena sedicenne con ogni probabilità risale al 1814, e si presenta come un quadernetto formato da quattro mezzi fogli ripiegati in modo da ottenere otto facciate, sulle quali sono inseriti circa 160 riferimenti alfabetici ad autori antichi e tardo antichi, seguiti da altri 550 rimandi numerici.

Il manoscritto presenta un accurato spoglio che Leopardi aveva realizzato dell’Opera omnia dell’imperatore romano Flavio Claudio Giuliano, meglio conosciuto come Giuliano l’Apostata, ultimo sovrano dichiaratamente pagano, che governò dal 360 al 363 d.c., facendo riferimento all’autorevole edizione apparsa a Lipsia nel 1696 di Ezechiel Spanheim, giurista e teologo tedesco. Il poeta appena sedicenne, assiduo frequentatore della biblioteca del padre Monaldo nel palazzo di famiglia a Recanati, dimostra come già da giovanissimo fosse uno studioso particolarmente dedito e come avesse già sviluppato un accurato metodo di lavoro.

Leopardi e Giuliano imperatore. Un appunto inedito delle carte napoletane è il titolo che è stato affidato al volume, il quale verrà presentato nella giornata del 3 maggio, a partire dalle ore 16:00, presso la Sala Rari della Biblioteca Nazionale di Napoli.

In occasione di questa presentazione interverranno diversi studiosi specializzati nell’ambito della critica italiana e, in particolar modo leopardiana, come Maria Iannotti, Giulio Sodano, Francesco Piro, Rosa Giulio, Silvio Perrella e Lucia Annicelli, i quali cercheranno di delineare quale sia stato lo studio condotto dal poeta recanatese in questo testo.

Infatti il volume, insieme ad altri saggi di importanti studiosi come Marcello Andria, Daniela Borrelli, Maria Luisa Chirico, Maria Carmen De Vita, Stefano Trovato e Paola Zito, presentano una riflessione storico-filosofica sulla persona di Giuliano l’Apostata, figura che era stata offuscata dalla condanna unanime degli storici fino al XVI secolo ma poi riscoperta e rivalutata nel Settecento grazie al contributo di illuministi come Montesquieu, Diderot e Voltaire.

Richiami all’opera dell’imperatore e filosofo neoplatonico, inoltre, si trovano anche in altri scritti leopardiani posteriori all’inedito ritrovato, come nelle Operette Morali e nello Zibaldone, in particolare in alcune esercitazioni di carattere filologico.

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