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Pompei: trovato integro un carro cerimoniale romano con satiri, ninfe e spighe di grano

La scoperta nella villa di Civita Giuliana, zona fino a pochi anni fa saccheggiata dai tombaroli: la annunciano il Parco Archeologico e la Procura di Torre Annunziata

Pompei: trovato integro un carro cerimoniale romano con satiri, ninfe e spighe di grano
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27 Febbraio 2021 - 19.28


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A parlare della scoperta è Massimo Osanna, direttore uscente del Parco Archeologico di Pompei e ora direttore generale dei Musei del ministero della cultura: un carro da parata finemente decorato, destinato al culto di Venere e Cerere o a un’aristocratica cerimonia di nozze.
Potrebbe trattarsi di un ‘pilentum’, l’antico carro cerimoniale largamente citato nelle fonti antiche ma mai emerso prima d’ora da uno scavo archeologico.

Il ritrovamento è stato annunciato dal sito di Pompei, oltre che dalla Procura della Repubblica di Torre Annunziata con il ministero.

Il reperto è stato rinvenuto negli scavi della villa di Civita Giuliana, a Pompei, antistante alla stalla. A sei metri sotto l’impianto stradale, per portare alla luce il carro e liberarlo dalla cenere è servito l’intervento di archeologi, architetti, ingegneri, restauratori, operai specializzati e vulcanologi.

Nello stesso luogo nel 2018 erano emersi i resti di tre cavalli, di cui uno bardato. Il carro è in ottimo stato di conservazione, con elementi in ferro, decorazioni in bronzo e stango a tema erotico, resti lignei mineralizzati e impronte di elementi organici (cuscini, funi, e persino l’impronta di due spighe di grano su un sedile).

Osanna spiega che “le scene dei medaglioni che impreziosiscono il retro del carro rimandano all’eros, satiri e ninfe, mentre le numerose borchie presenti eroti. Considerato che le fonti antiche alludono all’uso del Piletum da parte delle sacerdotesse e signore, non si esclude che potesse trattasi di un carro usato per rituali legali al matrimonio, per condurre la sposa nel nuovo focolare domestico”.

Gli scavi della Villa di Civita Giuliana scaturiscono da una indagine della Procura di Torre Annunziata che nel 2017 rinvenne lo scempio provocato da decine di lunghissimi cunicoli scavati per anni dai tombaroli del posto.

“Pompei continua a stupire con le sue scoperte, e sarà così ancora per molti anni con venti ettari ancora da scavare”, afferma il ministro della cultura Dario Franceschini.

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