L’arte si racconta. Da Murgia e Zingaretti sul web alle foto narrate al telefono | Culture
Top

L’arte si racconta. Da Murgia e Zingaretti sul web alle foto narrate al telefono

Sonia Bergamasco, Luca Zingaretti, Isabella Ragonese, Lo Cascio e Michela Murgia descrivono online opere del Maxxi. Palazzo Magnani su chiamata risponde sulla mostra “True Fictions”

L’arte si racconta. Da Murgia e Zingaretti sul web alle foto narrate al telefono
Preroll

redazione Modifica articolo

13 Novembre 2020 - 19.10


ATF

di Ste.Mi.

Confinati come siamo, con musei e mostre serrati, il conforto delle arti prende vie un tempo impensate attraverso il racconto a voce. Una voce che diventa qualcosa di vicino, caldo, amichevole. Sulla radio da tempo un’emittente come Radio3 racconta luoghi e opere, adesso il racconto prende la via del web o, chi lo avrebbe detto?, perfino del telefono. Con il museo delle arti contemporanee Maxxi di Roma (online) e la Fondazione Magnani di Reggio Emilia (via telefono appunto).

Il centro delle arti del XXI secolo Maxxi riprende da questa domenica 15 la seconda edizione di “Collezione da ascoltare”, vale a dire quattro attori (Sonia Bergamasco, Luca Zingaretti, Isabella Ragonese, Luigi Lo Cascio) e una scrittrice (Michela Murgia) che descrivono cinque opere della raccolta per cinque domeniche alle 12.30 su testi di Sofia Bilotta con Rosella Frittelli e Luciano Pulerà, non vedenti che partecipano ai programmi del museo medesimo.
Sonia Bergamasco questa domenica descrive “e così sia…”, un mandala fatto di semi e legumi di Bruna Esposito che, scrive l’istituto, “ha le sembianze di una svastica con i bracci uncinati rivolti a sinistra, recuperando così la forma e il significato originari, simbolo solare positivo e propiziatorio”. Il 22 Luca Zingaretti racconta “Plegaria Muda” di Doris Salcedo, opera ispirata alla “scoperta di fosse comuni con i cadaveri di migliaia di civili falsamente accusati di essere guerriglieri” nel 2010 in Colombia. Il 29 Isabella Ragonese interviene su “The Emancipation Approximation” di Kara Walker, autrice afroamericana di rara efficacia e sottigliezza che con le sue sagome rappresenta tra il fiabesco e l’incubo lo schiavismo, lo sfruttamento e gli abusi sessuali.
Il 6 dicembre Luigi Lo Cascio parla della scultura “The Fountains of Za’atari” di Margherita Moscardini, modellata su una delle 61 fontane del campo profughi di Za’atari, in Giordania. Il 13 dicembre è Michela Murgia a intervenire su un’artista che conosce bene, la sarda Maria Lai, parlando di “una grande tela di cotone ruvido che sembra un lenzuolo di antichi letti appesa alla parete”. In modo diretto o allusivo, ogni opera interviene su temi civili.
Clicca qui per il sito del Maxxi

Da Reggio Emilia la Fondazione Palazzo Magnani e il Comune hanno avviato due giorni fa, l’11, e proseguono fino al 23 dicembre “Opere al telefono”. Di cosa si tratta? Muovendo dalla mostra, sospesa per la pandemia, “True Fictions, Fotografia visionaria dagli anni ‘70 ad oggi”, ogni mercoledì dalle 17 alle 19 un esperto della Fondazione risponde, con una chiacchierata informale, non cattedratica, a chi chiama e chiede lumi, aneddoti, storie su un’immagine scelta nel sito della rassegna curata a Walter Guadagnini. Il modello, dichiarato, è quello delle favole al telefono di Gianni Rodari. Il numero è lo 0522/444446, per la mostra cliccate qui.

Native

Articoli correlati