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Ancora un Caravaggio conteso: Sgarbi lo vuole, Siracusa ribatte “no”

Il critico ha chiesto “Il seppellimento di Santa Lucia” per una sua mostra al Mart di Rovereto. Sindaco, assessore e Italia Nostra siciliana lo contestano

Ancora un Caravaggio conteso: Sgarbi lo vuole, Siracusa ribatte “no”
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27 Maggio 2020 - 12.27


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Ci risiamo con un Caravaggio conteso per una mostra. Sempre lui perché, per un’esposizione, niente sembra richiamare gli appassionati italiani come il maestro della notte e della penombra rotte da squarci di luce. Fa “cassetta”, per dirla nel linguaggio degli spettacoli. Stavolta la contesa si misura tra Siracusa e il Mart Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto presieduto da Vittorio Sgarbi. L’oggetto del desiderio è il “Seppellimento di Santa Lucia” dove il critico d’arte ha annunciato, nel settembre scorso, una mostra sul pittore “maledetto” imperniata su quella vasta tela che non versa in condizioni ottimali. La città siciliana per quanto può contesta il trasferimento temporaneo. Il Fondo Edifici di Culto – Fec del ministero dell’Interno, presieduto dal direttore degli Uffizi Eike Schimdt su nomina di Matteo Salvini nell’estate scorsa, ha dato il benestare.
Sempre Caravaggio, si diceva, perché è un nome “blockbuster”: l’anno scorso la battaglia si consumò nel perimetro di Napoli intorno al dipinto delle “Sette opere della Misericordia” del Pio Monte della Misericordia e vinse chi contestò il superfluo trasloco al vicino museo di Capodimonte (clicca qui per la notizia).

Come dice in un video su Facebook il critico d’arte e polemista ha chiesto in prestito la tela “al presidente della Regione, all’assessore regionale alla Cultura e alla Soprintendente di Siracusa” e “la provincia di Trento metterà a disposizione 350 mila euro per il restauro della tela, che presenta una macchia. Inoltre, sarà realizzata una teca per impedire il furto e l’alterazione dell’umidità”. Il dipinto, eseguito a Siracusa nel 1608, nel soggiorno siciliano negli anni finali di fuga del pittore morto nel 1610 a Porto Ercole, è nella chiesa di Santa Lucia alla Badia in piazza Duomo, nel quartiere di Ortigia, il centro storico. Dove togliere Caravaggio significa portar via un elemento centrale della cultura della città.

Il sindaco Francesco Italia e l’assessore alla Cultura Fabio Granata respingono la proposta sgarbiana: “Il Seppellimento di Santa Lucia rappresenta uno dei tasselli fondamentali del nostro patrimonio artistico e una delle attrazioni più importanti della nostra città per viaggiatori e turisti. Non possiamo che esprimere la nostra contrarietà allo spostamento della preziosissima e fragile tela”. Il restauro pagato non li attrae? Al dipinto prestò peraltro le sue cure l’Istituto Centrale del Restauro (del ministero per i beni culturali) nel 1979. “Se qualcuno vuole trovare sponsor per un eventuale restauro saremo felici – dicono all’Agi – ma non crediamo sia pensabile e neanche proponibile un prestito solo per la promessa di una teca e di un restauro non meglio specificato. L’identità culturale della Sicilia si difende non con i proclami ma attraendo viaggiatori e non certo prestando le nostre opere più preziose e delicate”.

Sgarbi, ex assessore all’Identità siciliana nella giunta regionale Musumeci, non accetta rifiuti: il dipinto “dovrebbe stare nel suo luogo naturale, la chiesa di Santa Lucia al Sepolcro nel quartiere della Borgata, invece dal 2009 si trova nella chiesa di Santa Lucia alla Badia senza una sufficiente visibilità. Non attira turismo e con l’emergenza sanitaria non ci saranno turisti, se non vacanzieri siciliani che già conoscono l’opera”.

Leandro Janni, presidente di Italia Nostra Sicilia, e Liliana Gissara che presiede la sezione siracusana dell’associazione, chiedono all’assessore regionale dei beni culturali e dell’identità siciliana Alberto Samonà di impedire il prestito. Dicono in una nota: “Vittorio Sgarbi considera la Sicilia una ricca stanza dei balocchi a sua disposizione. Per dare forza a questa operazione, egli promette un restauro già concordato con l’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro di Roma (il nome attuale dell’Istituto centrale del restauro, ndr), una teca e, prendendo atto dei primi dissensi, ne sottolinea l’ampia condivisione da parte di tanti e qualificati enti”. E sulla nuova sistemazione proposta dal critico e politico “all’interno di una teca, presso la Basilica di Santa Lucia al Sepolcro, spazio per il quale venne originariamente dipinta”, l’associazione commenta: “La basilica è luogo marginale rispetto al centro storico cittadino e dunque estraneo ai principali flussi turistici siracusani. L’attuale collocazione del Seppellimento di Santa Lucia, nella chiesa di Santa Lucia alla Badia, risponde meglio alle esigenze della comunità di riferimento: la chiesa, rilevante esempio di tardo barocco siciliano, ha sempre avuto un posto di rilievo nella vita cittadina, sia per la sua ubicazione nel cuore di Ortigia, sia per il legame con la Santa Patrona di Siracusa”. Piuttosto Janni e Gissara chiedono “un adeguato allestimento espositivo” giudicando quindi la sistemazione attuale inadeguata.

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